Il mondo salvato dai ragazzini (e dai libri): perché la cultura non Isola!
- Pubblicato: Mercoledì, 20 Gennaio 2021 12:00
- Scritto da adim
Il mondo salvato dai ragazzini (e dai libri): perché la cultura non Isola!
L’innovativo progetto di Reading Literacy tra le proposte vincenti del dossier Procida Capitale Italiana per la Cultura 2022
NAPOLI – Procida Capitale Italiana della Cultura 2022. È ufficiale, la commissione tecnica “assolutamente impenetrabile e indipendente” voluta dal MiBACT e presieduta dal prof. Stefano Baia Curioni, docente di Storia Economica dell’Università Bocconi di Milano, ha scelto l’isola del Golfo di Napoli come porta bandiera nazionale di quello che lo stesso Ministro per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, Dario Francescini, ha definito l’anno della Ripartenza e della Rinascita. Prima isola a candidarsi da quando è stata inaugurata l’iniziativa nel 2014, Procida ha saputo sbaragliare la concorrenza di Ancona, Bari, Cerveteri (Roma), L’Aquila, Pieve di Soligo (Treviso), Taranto, Trapani, Verbania, Volterra grazie alla forza progettuale di un dossier - curato da Agostino Riitano, già Direttore del comitato promotore di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 – partecipato dal basso che nelle sue linee guida di sostegno pubblico-privato e inclusività può rappresentare un elemento di discontinuità nel territorio e rappresentare un modello per i processi sostenibili, con un’impronta poetica.
Cultura al centro della propria idea di sviluppo e di apertura verso l’altro, testimoniata dallo slogan «La cultura non isola» che tra gli innumerevoli fiori all’occhiello – 44 progetti culturali, 330 giorni di eventi 240 artisti coinvolti e 8 spazi culturali rigenerati – che ne prevede uno, in particolare, a misura dei cittadini più giovani, come gli oltre mille bambini e ragazzi coinvolti negli ultimi anni nel progetto «Il mondo salvato dai ragazzini», percorso culturale, formativo e sociale di Reading Literacy ideato e curato dall’Associazione Culturale Kolibrì Napoli per l’Amministrazione comunale di Procida (in collaborazione, tra gli altri, con la storica rivista Andersen–Il mondo dell’infanzia e Agita Teatro, ente nazionale di formazione riconosciuto dal MIUR). «È una bellissima vittoria collettiva, che premia la progettualità visionaria in un sistema di coesione comunitaria, ma soprattutto riscatta la cultura dei “piccoli”, in senso metaforico e reale: è il morantiano mondo salvato dai ragazzini, ma anche dalla bellezza dei sognatori, dei poeti, degli artisti, degli educatori» commenta all’indomani della proclamazione Donatella Trotta, Presidente dell’Associazione Kolibrì.
Il progetto di ispirazione morantiana, che evoca l’omonimo manifesto poetico-profetico (e politico) scritto da Elsa Morante nel ’68, rappresenta, infatti, un progetto innovativo di educazione precoce alla lettura che, dal 2017, coinvolge l’intera comunità educante dell’isola di Procida - hortus conclusus naturale e luogo d’elezione della scrittrice - in un processo di trasformazione dal basso che ha coinvolto per tre anni di seguito partner eccellenti come la Regione Campania, la Fondazione Banco Napoli per l’Assistenza all’Infanzia, la Fondazione Premio Napoli e l’Università Suor Orsola Benincasa, accanto all’intera comunità dell’Isola flegrea – l’Assessorato alla Cultura del Comune, Marina di Procida Spa, gli istituti scolastici IC.1°CD.Capraro e II.SS.Caracciolo-da Procida, l’Associazione culturale Isola di Graziella, la Biblioteca Comunale “Don Michele Ambrosino”, le due librerie dell’Isola, Graziella e Nutrimenti e gemellaggi simbolici con altre realtà italiane – e che nel 2018/2019 si è estesa alla terraferma coinvolgendo un’ampia rete di Napoli e provincia, abbracciando centro e periferia. «Pur nella ristrettezza dei finanziamenti pubblici abbiamo sempre creduto nel valore di progetti come questo, rivolto ai ragazzi e a stimolare la loro partecipazione attiva – sottolinea il Sindaco Dino Ambrosino – Il lavoro continuativo di sensibilizzazione rivolto alla comunità educante che questo progetto porta avanti è molto importante, ed ha rappresentato un originale elemento di novità tra gli altri, contribuendo al successo per la prima volta di un piccolo borgo».
«Questa vittoria rappresenta il coronamento di un sogno che parte da lontano, in cui la cultura occupa un ruolo centrale all’interno del processo di rinnovamento e crescita culturale e un’inversione di tendenza in tema di investimenti per i centri piccoli – commenta Nico Granito, ex Assessore alla Cultura –. Il Mondo salvato dai ragazzini rappresenta la sfida più lungimirante, in cui i giovanissimi sono il presupposto per creare durature condizioni di sviluppo sostenibile. Gli eventi sono effimeri, mentre la cura di una nuova sensibilità nei più piccoli è uno dei mattoni su cui poter costruire la “capitale della cultura” sempre, non solo per un anno». Gli fa eco il neo Assessore alla Cultura, Michele Assante del Leccese: «Tutto quello che abbiamo fatto e facciamo è per le generazioni future. Crediamo nei nostri ragazzi e questo progetto ne è la prova tangibile» sottolinea. Un progetto incentrato sulla disseminazione di buone pratiche legate a quella che Gianni Rodari definiva «la civiltà dell’infanzia» e un cammino di avvicinamento alla filiera del libro specializzato per ragazzi – unico ramo editoriale che in Italia fa registrare un costante segno positivo nelle vendite – articolato su tre momenti fondamentali: formazione dei formatori, ossia dei docenti dalla materna alle Superiori, che ricevono crediti formativi riconosciuti dal Ministero dell’Istruzione; incontri ravvicinati d’autore: seminari con gli scrittori per ragazzi afferenti ad una quaterna scelta anno per anno; e attività di laboratorio con i ragazzi delle scuole, con operatori ed educatori specializzati, tutor di rielaborazione creat(t)ive della pagina scritta attraverso tutti i linguaggi della creatività. Un’esperienza a cui ha partecipato in questi anni, la Vicepreside dell’IC.Capraro Pina Cucurullo: «penso che Procida capitale italiana della cultura 2022 sia il frutto di un'idea condivisa già sperimentata in alcune forme di lavoro, che costituisce la visione moderna dell'isola da realizzare con la partecipazione e la consapevolezza dei cittadini».
L’edizione 2020/21, nel suo percorso formativo realizzato grazie al finanziamento del CEPELL – Centro per la Lettura e i Libro del MiBACT, ha saputo fino ad ora cogliere con successo la sfida della trasposizione a distanza, su piattaforma ZOOM, di attività che in origine si svolgevano tutte in sperimentando costantemente nuove modalità di coinvolgimento, confronto e formazione per una “socializzazione a distanza” che vede ancora come partner eccellente, in questa fase, l’Università Suor Orsola Benincasa con la prof.ssa Paola Villani in veste di formatrice e, tra gli allievi, oltre 60 studenti dei Corsi di Studio in Scienze della Formazione e Beni Culturali, in un fitto calendario di incontri d’autore, Focus Group con Feed Back partecipati, webinar e laboratori nelle scuole intitolato, non a caso: «Educ/azione alla libertà: il mondo salvato dai ragazzini (e dai libri)».
CHIUSURA DI UN ALTRO STORICO NEGOZIO DI PIAZZA GARIBALDI. CRISI ECONOMICA E DISPERAZIONE DEI COMMERCIANTI NAPOLETANI. RESTRIZIONI E CHIUSURE DELLE ATTIVITA’ COMMERCIALI: LA LEGGE NON E’ UGUALE PER TUTTI!
- Pubblicato: Lunedì, 11 Gennaio 2021 08:00
- Scritto da Avv. Riccardo Vizzino, Avv. Caterina Santangelo, Carlo Landolfi (Ass. Noi Contro la Mala Sanità)
Risale a poche ore fa la notizia di un noto commerciante napoletano di Piazza Garibaldi che nella tarda mattinata di sabato 9 gennaio ha deciso di cedere alla disperazione, allo sconforto e all’abbandono da parte dello Stato compiendo il gesto estremo di togliersi la vita all’interno del suo negozio.
Si tratta del fotografo Umberto Sbrescia, 67 anni, titolare della storica attività commerciale specializzata in fotografia e strumentazione altamente professionale, sita in Via Silvio Spaventa.
A lanciare l’allarme sono stati i familiari stessi che non vedendolo tornare a casa per pranzo hanno allertato prima amici e colleghi e poi le Forze dell’Ordine.
Sono stati gli Agenti della Polizia della Sezione di Piazza Garibaldi a fare irruzione all’interno del negozio e a scoprire il corpo ormai senza vita dell’onesto lavoratore. Il povero commerciante non ha retto alla grave crisi economica dovuta alle forti restrizioni dettate dal Governo. Infatti, le Istituzioni Nazionali dal mese di marzo 2020 hanno imposto chiusure e limitazioni di orari di apertura dei negozi che hanno determinato un insanabile crollo dei guadagni. Di fronte a tale situazione il sig. Sbrescia si è dovuto arrendere anche a causa dell’indifferenza e all’abbandono totale da parte dello Stato e delle Istituzioni stesse.
La notizia del suicidio del sig. Sbrescia ha sconvolto un intero quartiere e parenti a amici non hanno fatto mancare il proprio affetto lasciando messaggi di sostegno e di dolore per la perdita di un uomo che sin dal 1958 con la sua attività commerciale rappresentava un punto di riferimento per tutti i fotografi professionisti e amatoriali. Sempre gentile, disponibile e sorridente accoglieva nel suo negozio clienti e amici dando a tutti preziosi consigli e suggerimenti dettati dalla sua grandissima professionalità e profonda conoscenza della materia.
Il gesto disperato del sig. Sbrescia non può e non deve essere classificato come un gesto isolato e sporadico di un uomo fragile che non ha saputo reggere al peso della gravissima crisi economica che stiamo vivendo a causa del Covid 19, ma deve rappresentare un punto di partenza imprescindibile dal quale muovere per comprendere ed affrontare in maniera definitiva la situazione che soprattutto in alcune zone di Napoli non può più essere messa in secondo piano.
Lo Studio Legale Vizzino, già da anni combatte al fianco dei commercianti di Piazza Garibaldi affinché il punto nevralgico della Città, luogo di arrivo di turisti da tutte le parti del mondo, possa essere riqualificato e valorizzato. Con il svilupparsi della Pandemia da Covid 19 il degrado e abbandono dell’area sono risultati ancora più evidenti così come il disinteresse e la strafottenza delle Istituzioni sia a livello locale che Statale. In qualità di Avvocato fortemente radicato proprio in questa zona di Napoli ho avuto modo di conoscere e vedere con i miei stessi occhi le problematiche e le criticità di una Piazza e di una intera zona che potenzialmente sarebbero potuti essere un meraviglioso biglietto da visita per una delle più belle città del mondo. Basta fare due passi in questa area per assistere alle quotidiane illiceità e disprezzo delle Leggi che si verificano da parte dei tantissimi immigrati clandestini che affollano la Piazza. Negli ultimi mesi il volto della zona rappresenta in pieno il degrado di cui ho tanto parlato anche negli articoli precedenti. Da una parte si assiste a ristoranti, bar, attività commerciali e mercati rionali chiusi a causa delle restrizioni rigide e talvolta illogiche dettate dall’emergenza Sanitaria attuale; dall’altra parte vediamo mercatini abusivi a cielo aperto organizzati e gestiti dai clandestini che in violazione di tutte le Leggi dettate in materia si affollano e creano assembramenti incuranti del pericolo di contagio e di ulteriore e conseguenziale diffusione del Virus. In queste circostanze si assiste violazioni legislative gravissime non solo con riguardo alle norme sul diritto alla salute ma anche quelle riguardanti la leale concorrenza del mercato e le Leggi in materia fiscale. Infatti, coloro che allestiscono queste attività commerciali clandestine ed illegittime incidono negativamente ancora di più sui commercianti regolari della zona non solo perché queste attività “di fortuna” si sottraggono alle restrizioni di chiusura dettate dalla Regione e dallo Stato ma anche perché esercitano le proprie vendite in frode alle leggi fiscali omettendo di emettere i regolari scontrini e le fatture. Dunque, è chiaro che in una tale condizione non può esserci leale concorrenza in quanto il prezzo di questa merce sarà sempre più basso rispetto a quello dei negozi rispettosi delle Leggi. Inoltre, vi è da dire che si tratta per lo più di vendita di merce contraffatta o rubata o comunque di dubbia provenienza e nonostante le ripetute richieste di intervento della Polizia non si capisce il motivo per cui questa stessa merce non venga mai sequestrata e perché non si riesca a mettere fine una volta per tutte all’esercizio di queste attività illegali che di fatto avvengono quotidianamente alla luce del sole. Ogni giorno, commercianti e imprenditori della zona sollecitano l’intervento delle Forze dell’Ordine a tutela dei propri diritti di onesti lavoratori ed è purtroppo triste dover riportare che molto spesso si riscontra o la mancata risposta da parte degli stessi Organi di Polizia con contestuale mancanza di intervento oppure anche nel caso in qui questo ci sia, spesso è limitato a far allontanare semplicemente coloro che in quel momento stanno svolgendo l’illecita vendita di merce. Tutto ciò come si può ben immaginare si ripercuote in maniera drastica sugli onesti lavoratori che tutti giorni si impegnano a gestire le proprie attività in ossequio ai dettati legislativi, rispettando i decreti e gli orari di chiusura ed emettendo le regolari fatture in riferimento alla merce venduta.
Alla luce della fortissima disperazione che affligge tutti i commercianti e imprenditori di Napoli, è doveroso chiedersi: la Legge è uguale per tutti?
Sono sicuro che se provassimo a rivolgere questa domanda ai familiari del povero sig. Sbrescia oppure ad uno qualsiasi dei commercianti o ristoratori di Piazza Garibaldi la risposta non poterebbe essere che negativa.
Al di là della risposta a questa domanda retorica, la risposta che vogliamo e pretendiamo adesso è quella delle Istituzioni che non possono più ignorare la disperata situazione e continuare ad aggrapparsi in maniera vile ad attenuanti e giustificazioni prive di senso logico.
E’ arrivato il momento di schierarsi dalla parte degli onesti lavoratori che vogliono continuare ad esercitare le proprie attività lavorative in maniera diligente e sicura e che pagano regolarmente le tasse. E’ giunta l’ora di tutelare in maniera efficiente e costruttiva un’intera categoria di persone che improvvisamente si è ritrovata a non poter più garantire un guadagno sicuro alle proprie famiglie.
Questo disperato appello è più che altro un grido di dolore che va ad unirsi a quello dei familiari e amici del sig. Sbrescia ed è rivolto in particolare al Sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, al Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e a tutte le Istituzioni, affinché prendano atto una volta per tutte delle reali problematiche che affliggono la città di Napoli e agiscano in maniera costruttiva con dei provvedimenti razionali e che diano finalmente giustizia a coloro che operano e lavorano onestamente e con diligenza.
A questo proposito, lo Studio Legale Vizzino coglie l’occasione per manifestare tutto il suo sostegno e vicinanza alla famiglia del sig. Umberto Sbrescia e rinnova la propria solidarietà e aiuto nei confronti di tutti i commercianti, ristoratori e imprenditori della zona di Piazza Garibaldi ribadendo con fermezza che attraverso l’unione e l’impegno concreto sul territorio le cose si possono cambiare. Bisogna scendere in campo concretamente e dimostrare forza e impegno per poter superare questo drammatico momento. Si invitano tutti i commercianti, ristoratori ed imprenditori a riunirsi in una manifestazione pacifica di sit-in in onore del sig. Sbrescia Umberto e per sollecitare un intervento costruttivo e concreto da parte dello Stato e delle Istituzioni Regionali. Insieme possiamo fare la differenza!
A cura di
Avv. Riccardo Vizzino
Carlo Landolfi (Ass. Noi Contro la Mala Sanità)
Avv. Caterina Santangelo
Banche: Nuove regole europee in materia di default - da Gennaio 2021 basteranno 100 euro per risultare “cattivi pagatori”.
- Pubblicato: Martedì, 29 Dicembre 2020 10:00
- Scritto da adim
Parametri più stringenti dal 1° Gennaio2021 in materia di default. Seri rischi per le imprese a causa della riduzione delle soglie per essere considerate in stato di inadempienza verso le banche. Grande preoccupazione soprattutto alla luce della situazione economica attuale devastata dalla pandemia da COVID-19.
Il 1° gennaio entrerà in vigore il Regolamento Delegato (UE) n. 171/2018 della Commissione Europea del 19 ottobre 2017 integrativo del precedente Regolamento del 2013 che riguarda le norme tecniche di regolamentazione relative alla soglia di rilevanza delle obbligazioni creditizie in arretrato per le banche e altri operatori finanziari.
Il documento tratta delle nuove regole di classificazione europea dello stato di inadempienza delle imprese e delle persone fisiche, molto più stringenti rispetto a quelli finora adottati a livello nazionale, con il risultato che diventerà quindi molto più facile essere classificati clienti inadempienti dalle banche, ovvero “cattivi pagatori”.
Si ricorda che tale classificazione determina la segnalazione nelle banche dati delle Centrali Rischi o SIC che gli enti creditizi consultano per valutare il merito creditizio in occasione della presentazione da parte del cliente di una richiesta di finanziamento.
L’iscrizione in questi registri determina una maggiore difficoltà nell'accesso al credito.
Secondo le nuove regole, la banca è tenuta a classificare un’esposizione in default quando la persona fisica o l’impresa è in arretrato da oltre 90 giorni su un’obbligazione creditizia rilevante. La rilevanza dell’esposizione si identifica attraverso due componenti: l’ammontare dell’arretrato e la percentuale dell’arretrato rispetto al totale delle esposizioni verso la banca.
Più precisamente, per le persone fisiche e le piccole e medie imprese, che presentano un’esposizione verso un gruppo bancario per un ammontare complessivamente inferiore a 1 milione di euro, sarà sufficiente avere un arretrato da oltre 90 giorni il cui importo risulti, allo stesso tempo:
- per privati e piccole medie imprese, superiore 100 euro e superiore all’1% del totale delle esposizioni verso la Banca;
- per le imprese, superiore ai 500 euro e superiore all’1% del totale delle esposizioni verso la Banca.
Con l’entrata in vigore del nuovo Regolamento, l’impresa non potrà più impiegare margini ancora disponibili sulle proprie linee di credito per compensare gli inadempimenti in essere ed evitare la classificazione in default.
La classificazione dell’impresa in stato di default, anche per uno solo dei finanziamenti in essere, comporterà il passaggio in default di tutte le sue esposizioni nei confronti della banca, e si potrebbe ripercuotere anche su altre imprese ad essa collegate ed esposte verso lo stesso intermediario finanziario.
Per le imprese sarà quindi fondamentale rispettare con puntualità le scadenze di pagamento previste dai contratti di finanziamento per non risultare in arretrato nel rimborso dei propri debiti verso le banche anche per importi di modesta entità, onde evitare che la banca classifichi l’impresa in default e avviare le azioni a tutela dei propri crediti.
Il progetto DIFFERENZIAMOCI - Campagna di sensibilizzazione per comportamenti eco-sostenibili promosso da Uniat Campania Aps in partenariato con FareAmbiente Campania Aps
- Pubblicato: Martedì, 15 Dicembre 2020 08:00
- Scritto da Uniat Campania APS
Il progetto DIFFERENZIAMOCI - Campagna di sensibilizzazione per comportamenti eco-sostenibili promosso da Uniat Campania Aps in partenariato con FareAmbiente Campania Aps - il cui convegno è stato presentato in direct facebook il 13 novembre 2020, si pone obiettivi precisi: promuovere società giuste, pacifiche ed inclusive, promuovere le pari opportunità e contribuire alla riduzione delle disuguaglianze.
Differenziamoci mira a rendere migliore la condizione degli assegnatari alloggi ERP che, consentirà loro di sviluppare una sensibilità verso le tematiche ambientali e di adottare comportamenti ecosostenibili nella propria vita quotidiana, al fine di migliorare la convivenza nei condomini, ridurre le conflittualità e alimentare meccanismi di welfare di comunità verso cittadini emarginati.
Dopo una prima fase di coordinamento e gestione del progetto, il secondo step riguarda l'indagine quali-quantitativa sui comportamenti ecosostenibili del target di progetto ovvero, la descrizione preliminare alle attività di formazione ed informazione sul territorio, sui comportamenti in tema di sostenibilità ambientale del target di riferimento. L’indagine quali- quantitativa è stata affidata ad un soggetto esterno che ha curato tutte le fasi di rilevazione: costruzione del campione, elaborazione del questionario, analisi dei dati e restituzione dei risultati.
Il questionario, in forma anonima, è disponibile in formato cartaceo e in modalità compilazione on line al seguente link:
https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLScIDeTCURBINLvXOl9JRiUDb8J8H-g8IAUjUApDo7vhQ79fsQ/viewform
La consegna del questionario può avvenire presso le sedi UNIAT dislocate sul territorio o presso i condomini interessati, invece la versione online si può compilare sulla pagina web di progetto o presso le sedi UNIAT attraverso l'assistenza dei volontari. Lo stesso questionario e le stesse modalità di somministrazione saranno utilizzate in fase finale di progetto per verificare l’efficacia e l’impatto delle azioni attivate. Successivamente verranno analizzati i risultati dell'indagine preliminare per identificare le aree prioritarie di intervento. Quindi si procederà ad una progettazione di dettaglio delle attività progettuali: piani formativi, redazione tool-kit, dislocazione geografica e temporale degli infodesk.
Quale risultato si intende raggiungere?
Queste azioni sono volte a promuovere, valorizzare e premiare le pratiche di gestione sostenibile dei consumi nei condomini, puntando a razionalizzare i consumi di acqua e di energia e a ridurre la produzione di rifiuti. Anche attraverso le attività di comunicazione, viene svolta un'attività generale di sensibilizzazione della popolazione residente nelle quattro province della Campania, selezionate con un particolare focus sugli assegnatari di alloggi residenziali pubblici in quartieri periferici ad alto rischio di degrado urbano e sociale.
Il focus delle attività di progetto consiste, in una fase successiva, nella formazione di 15 volontari (target differenziato per età e genere) sui temi dell’eco-sostenibilità legata alla tutela del bene comune e all’attivazione di processi di cittadinanza attiva e di inclusione sociale, che andranno poi a svolgere il ruolo di “agenti di cambiamento”.
Il progetto svilupperà, percorsi educativi e di sensibilizzazione per l'acquisizione di comportamenti eco-sostenibili che, possano incidere sia sulla tutela del bene comune (edilizia residenziale pubblica), sia sulla tutela dell'ambiente, sia sui rapporti di convivenza sociale nei condomini e nei quartieri periferici. I temi che verranno trattati sono: ciclo dei rifiuti (riduzione sprechi, minima produzione, riuso, riciclo e riparazione dei beni, corretto conferimento), risparmio energetico alimentazione a basso impatto ambientale e riduzione dello spreco ambientale, condivisione di beni durevoli, iniziative di comunità locale per la pulizia e il mantenimento di aree pubbliche comuni (giardini di condominio, ecc.).
L’attività didattica dei volontari (il cui programma di dettaglio sarà definito in seguito all’indagine preliminare) si articolerà in almeno 12 ore di formazione in aula tenuti da esperti selezionati da FARE AMBIENTE CAMPANIA. I volontari studieranno anche il TOOL-KIT per l'adozione di comportamenti eco-sostenibili che diverrà per loro fondamentale materiale didattico per la successiva fase di sensibilizzazione. Gli agenti del cambiamento saranno poi coinvolti nelle attività di disseminazione sul territorio di riferimento, attraverso l'apertura di info-desk presso le sedi Uniat, le sedi di enti locali interessate ed in alcuni condomini individuati come critici.
Negli incontri con cittadini ed inquilini, saranno anche distribuiti i TOOL-KIT per l'adozione di corretti comportamenti eco-sostenibili, fondamentale strumento di sensibilizzazione ed informazione verso il target obiettivo di progetto. I tool-kit saranno inoltre disponibili per il download sulla sezione dedicata al progetto del sito dei soggetti proponenti.
IL DIRITTO ALLA SALUTE VIOLATO: SPECULAZIONI, DISAGI E CURE NEGATE A DISCAPITO DEI CITTADINI MENO ABBIENTI E DELLE PERSONE ANZIANE.
- Pubblicato: Venerdì, 27 Novembre 2020 13:37
- Scritto da Avv. Riccardo Vizzino
L’emergenza Sanitaria in Campania non è mai stata così grave. La curva dei contagi è in costante aumento e le strutture ospedaliere sono al collasso. La preoccupazione degli esperti è massima soprattutto se si pensa che l’inverno è ancora lungo e che con l’arrivo delle influenze stagionali la situazione potrebbe precipitare ancora di più.
Nei documenti precedenti ci siamo occupati dell’emergenza sanitaria da Corona Virus e abbiamo provato a fornire non solo la denuncia delle criticità e delle violazioni ma anche le soluzioni e le misure concrete da attuare nel più breve tempo possibile.
IL LIBRO BIANCO DELLA SANITA’: INSIEME POSSIAMO CAMBIARE LE COSE
Lo Studio Legale Vizzino, ancora una volta, dimostra tutto il suo impegno e lavoro profusi non solo nel sostegno morale e psicologico dei cittadini, ma anche nell’attuazione concreta di progetti e di provvedimenti idonei a determinare un cambiamento positivo e costruttivo dello stato delle cose.
Uno degli obiettivi sicuramente più risolutivi si estrinseca nella redazione quotidiana di un “Libro Bianco della Sanità” sul quale annotare e raccogliere tutte le segnalazioni delle disfunzioni e le gravi ingiustizie che ogni giorno vengono perpetrate a discapito dei cittadini malati e meno abbienti. L’obiettivo così come prefissato, dunque, prevede l’analisi ed il monitoraggio concreti dello stato della Sanità Pubblica e Privata in Campania, della raccolta di tutte le doglianze assistenziali e dei casi di malasanità che ogni giorno purtroppo si verificano proprio a discapito delle persone anziane o di coloro che vessano in condizioni economiche meno agiate. A disposizione di tutti i cittadini sarà predisposto un team legale, diretto dall’Avv. Riccardo Vizzino, pronto ad offrire tutela legale e supporto morale per tutte le situazioni di malasanità e abbandono istituzionale idonee a rappresentare una lesione inaccettabile del diritto alla salute.
A scadenze regolari, il Libro così redatto verrà depositato presso le Procure competenti per le opportune indagini e conseguenze penali. Pertanto, vi invitiamo a segnalarci le disfunzioni e le irregolarità riscontrate e tutto ciò che non funziona nell’ambito della Sanità Pubblica, poiché solo attivandoci in prima persona le cose possono cambiare.
LA DRAMMATICA CONDIZIONE DEGLI ANZIANI
Il drammatico quadro descritto si evolve in senso negativo ancora di più a discapito della categoria più debole in questo periodo, la più colpita già dagli effetti lesivi del Covid, ossia gli anziani.
Per questi ultimi, non esiste, allo stato, una tutela, un presidio ospedaliero, una struttura sanitaria in grado di garantire loro posti letto in caso di sopravvenienze negative per la loro salute e questo perché oggi si tende per lo più a pensare che l’unica malattia esistente e l’unica che meriti un trattamento sanitario degno di questo nome sia il Covid, senza tenere, invece, in debita considerazione il fatto che gli anziani sono soggetti, per loro natura, a svariate problematiche di salute, che analogamente necessitano di adeguate cure e trattamenti.
Ebbene, non si può, per la pandemia che stiamo affrontando, bloccare tutto il sistema sanitario così come invece è stato fatto fin ora ed impedire, o comunque limitare all’inverosimile, gli accessi alle strutture sanitarie, i cui posti letto, peraltro, sono ormai quasi completamente occupati dai malati di Coronavirus.
Oggi nessuno, in particolare gli anziani, può essere libero di prenotare visite, ovvero programmare una cura nel lungo periodo, e questo è dovuto al fatto che il sistema sanitario nazionale, per tutto quello che esula dall’infezione da coronavirus, è fermo; sono state cancellate da parte delle strutture sanitarie pubbliche una grande quantità di visite ed esami già prenotati anche con codice d’urgenza e relative ad altri settori della medicina non coinvolti nella vicenda Coronavirus. Le prestazioni mediche, tra cui visite specialistiche ed esami diagnostici, erogate direttamente dall’Asl e dal privato accreditato, non vengono accettate, se non in casi di estrema urgenza, e vi sono gravissimi ritardi nelle terapie e nella somministrazione delle stesse. A ciò si aggiunga che sovente i malati rifiutano di accedere alle strutture ospedaliere in quanto hanno il profondo timore di contrarre il virus proprio in tali ambienti. Ed è proprio ciò che si sta verificando nel Mezzogiorno. Le persone anziane si sentono abbandonate dalle strutture ospedaliere e messe da parte dalle Istituzioni, trattati come agnelli sacrificali, come il male minore in una condizione caratterizzata da grandi incapacità e superficialità del Governo Regionale.
BLOCCO DELLE LE CONVENZIONI SANITARIE: NIENTE CURE PER CHI NON PAGA!
Nell’ambito dell’indagine svolta sul territorio proprio per l’individuazione delle problematiche in ambito Sanitario che affliggono le persone anziane e meno abbienti abbiamo appreso il caso di una povera e anziana signora che a causa di un infortunio domestico aveva riportato la frattura del femore. Assistita dai propri familiari sin da subito si è rifiutata di recarsi in ospedale per le cure del caso proprio a causa della paura di contrarre il Corona Virus in questi luoghi. Abbiamo approfondito la questione onde offrire le giuste tutele e assistenze e nell’occasione siamo venuti a conoscenza di un’ulteriore problematica che di fatto impedisce alla povera donna di curarsi e ottenere dalle Strutture Pubbliche i trattamenti necessari. Infatti, i familiari ci hanno riferito che a causa del blocco effettuato sulle convenzioni ospedaliere per i trattamenti e gli esami strumentali, non avendo alcuna disponibilità economica, non era stato possibile trasportare l’anziana donna in ospedale e provvedere al pagamento delle cure.
La gravità della situazione è davvero sconcertante soprattutto nella misura in cui, oggi, i cittadini che non possono permettersi cure a pagamento rappresentano sicuramente la maggioranza.
Ogni anno La Regione Campania stabilisce un determinato budget economico da suddividere tra le varie ASL del territorio campano e destinato a coprire le spese mediche per coloro che risultano esenti per malattia o per reddito. Pertanto, coloro che ne abbiano i requisiti di base possono recarsi presso i Centri diagnostici e i laboratori privati che siano in convenzione con le ASL e tramite l’impegnativa e il pagamento di un ticket accedere a tutta una serie di trattamenti specialistici ed esami strumentali.
La situazione attuale purtroppo non è rispondente a quanto appena riportato in quanto i fondi stanziati dalla Regione risultano terminati già dal mese di ottobre pertanto, chi non ha la possibilità di effettuate le cure a pagamento è costretto a rivolgersi esclusivamente alle Strutture Pubbliche che però hanno delle liste di attese che possono arrivare in alcuni casi anche a sei mesi! L’indignazione e lo sconforto di fronte ad una tale situazione non può non assumere i toni della drammaticità se si pensa che in alcuni casi rimandare una visita specialistica o un esame strumentale anche di un solo mese può essere letale per il paziente. Si aggiunga poi che agire tempestivamente su determinate malattie può significare ridurre di molto i costi per le cure definitive. Ed è proprio quello che sta succedendo oggi e che avverrà nei mesi futuri. Liste di attesa così lunghe avranno ripercussioni gravissime sulla possibilità di guarire coloro che sono afflitti da malattie o patologie e ci sarà un vertiginoso aumento dei costi di cui la Sanità Pubblica dovrà farsi carico per curare quelle stesse malattie non diagnosticate nei tempi giusti.
Ogni giorno, ormai, giungono presso il nostro Studio, notizie scioccanti e strazianti di poveri cittadini in fin di vita, che si trovano a dover vivere gli ultimi momenti di vita tra sofferenze atroci ed in uno stato di abbandono totale da parte del Sistema Sanitario.
E’ il caso di una signora, che per privacy chiameremo Teresa, la quale denuncia e ci racconta tra lacrime e dolore, le sue difficili condizioni di salute. Affetta da gravissime patologie, oltre che da problemi economici, è in attesa da tempo di un trapianto di fegato e di cure specialistiche ma, proprio negli ultimi mesi le sono state negate in assoluto le dovute cure e assistenze. Le sue parole di disperazione si rivolgono non solo alla sua condizione ma anche a quella dei tanti malati che si trovano come lei a dover vivere un Sistema Sanitario che di fatto preferisce e predilige le cure esclusivamente nei confronti dei malati Covid.
A questo proposito, anche attraverso il “Libro Bianco della Sanità”, di tutto quanto denunciato verranno informate le Autorità Competenti e verrà ribadita a gran voce l’assoluta necessità di ripristinare i fondi per le Convenzioni in ambito Sanitario.
Data la gravità degli eventi appena narrati lo Studio Legale Vizzino si riserva ogni azione legale tesa a garantire il diritto alla salute dei cittadini, individuare ed accertare le responsabilità in capo agli Enti e ottenere il dovuto risarcimento per coloro che abbiano subito dei danni alla salute.
TAMPONI NASO – FARINGEI A PAGAMENTO: SPECULAZIONI E DISAGI
Gli eventi cui abbiamo assistito nelle ultime settimane ci impongono anche una doverosa riflessione sull’urgenza di prevedere immediatamente la possibilità per i cittadini meno abbienti di effettuare i tamponi naso faringei gratuitamente anche da parte dei laboratori privati. Un tale intervento si ritiene necessario in quanto ad oggi con i numeri dei contagi in spaventoso aumento le Strutture Sanitarie Pubbliche non riescono a garantire a tutti cure adeguate e tempestive e l’assistenza domiciliare per chi si trova in quarantena. Sono moltissime ormai le notizie che ci giungono di persone chiuse in casa anche per più di venti giorni in attesa dell’arrivo dell’ASL.
Abbiamo raccolto le testimonianze di coloro che, giunti presso le Strutture Pubbliche per effettuare i tamponi si sono trovati a dover vivere un vero e proprio calvario caratterizzato da file interminabili e pericolosi assembramenti di persone. Assenza di controlli e condizioni disumane sono solo una piccola parte del problema; non volendo tenere presente, solo per un attimo, la gravissima violazione del diritto alla salute bisogna pensare anche alle difficili condizioni economiche in cui vengono a trovarsi intere famiglie. Nelle ipotesi di isolamento fiduciario o quarantena tantissimi cittadini sono costretti a restare a casa e smettere di lavorare e tutto questo assume i toni della catastrofe economica nella misura in cui i controlli delle ASL per ufficializzare la negativizzazione dei tamponi, avviene anche a distanza di 20 giorni! Aver accreditato in tal senso i centri privati i per smaltire il lavoro delle ASL non risolve in alcun modo il problema in quanto i cittadini meno abbienti non hanno comunque la possibilità economica di far sottoporre al tampone a pagamento tutto il nucleo familiare. Giova ricordare che negli ultimi mesi si è largamente diffuso nel Mezzogiorno proprio il triste fenomeno della speculazione sui tamponi naso-faringei. Le lungaggini delle ASL, la cattiva organizzazione delle stesse rendono necessario rivolgersi alle strutture private che dietro il pagamento di ingenti somme di denaro, circa 100 euro a tampone, offrono assistenza domiciliare e risultati in tempi ristretti.
A questo punto, l’unica soluzione concreta da attuare sarebbe quella di porre a carico delle ASL i costi dei tamponi effettuati presso i centri privati dai cittadini con minori disponibilità economiche, in quanto non è assolutamente corretto e legittimo che disfunzioni, incapacità e mala gestio vadano a ricadere sulle persone più deboli.
Campionamento acque affluenti Fiume Sarno: continuano le attività del progetto “Curiamo, Viviamo, Partecipiamo il Fiume Sarno”
- Pubblicato: Venerdì, 27 Novembre 2020 13:07
- Scritto da AdIM Srl
Continuano le analisi e il campionamento delle acque del Fiume Sarno, ad opera del Dipartimento di Biologia e Chimica dell’Università di Napoli Federico II. Le verifiche delle acque, effettuate per il progetto “Curiamo, Viviamo, Partecipiamo il Fiume Sarno” di Legambiente con il sostegno di Fondazione per il Sud, avvengono su un’area che racchiude quarantadue comuni, riguardanti le Province di Napoli, Salerno ed Avellino.
Nello specifico, giovedì 26 novembre, il prof. Giovanni Libralato e il dott. Lorenzo Saviano hanno effettuato due campionamenti lungo il Fiume Sarno, in due particolari punti. Uno presso Montoro Inferiore, precisamente presso il Rio Laura, affluente della Solofrana che a sua affluente del Fiume Sarno. L’altro a Mercato San Severino, precisamente presso la Vasca di Aciliano sempre sull’affluente della Solofrana.
L’obiettivo dei campionamenti – e del progetto “Curiamo, Viviamo, Partecipiamo il Fiume Sarno” di Legambiente con il sostegno di Fondazione per il Sud - è quello di monitorare lo stato di salute delle acque e apportare i necessari miglioramenti, per rendere il fiume Sarno, di nuovo funzionale ai tanti agricoltori e tutta la popolazione del territorio. Nel corso di questi mesi, le attività si sono svolte in 18 punti di campionamento.
Campionamento acque affluenti Fiume Sarno: i primi risultati
Purtroppo, le analisi hanno mostrato che le acque del Fiume, che interessano gran parte dei comuni campani, presentano al loro interno, un alto quantitativo di sostanze microplastiche che stanno inquinando i nostri mari, ma anche numerose sostanze nocive per la salute. Sostanze tossiche e nocive sversate dalle tante fabbriche presenti sul territorio, che continuano a inquinare uno dei tratti di acqua più importanti della Campania.
I due campioni, portati in laboratorio, saranno analizzati e studiati prima di stilare un report utile a prendere atto della situazione in cui verte il fiume Sarno e soprattutto mettere in moto tutte le iniziative per tutelare e salvaguardare il corso d’acqua oltre alla salute di tutti cittadini. Un lavoro che, iniziato da qualche mese, sta portando a miglioramenti incoraggianti.
Infatti, secondo le analisi effettuate dal team guidato dal dott. Libralato, le acque del fiume Sarno dal 2019 al 2020, anche grazie alle attività di informazione e sensibilizzazione del Progetto “Curiamo, Viviamo, Partecipiamo il Fiume Sarno”, hanno riportato un netto miglioramento, ma il lavoro purtroppo è ancora lungo.
UNIAT CAMPANIA DÀ IL VIA ALLA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE PER COMPORTAMENTI ECO-SOSTENIBILI: PRESENTATO IL PROGETTO “DIFFERENZIAMOCI”
- Pubblicato: Sabato, 14 Novembre 2020 13:32
- Scritto da Uniat Campania APS
Si è tenuto ieri, in diretta Facebook, il convegno di presentazione del nuovo progetto Uniat Campania a.p.s. L’Unione Nazionale Inquilini Ambiente e Territorio ha dato così il via alla campagna di sensibilizzazione per comportamenti eco-sostenibili che produrrà i suoi frutti nell’arco di un anno, in seguito al quale verranno resi noti obiettivi e risultati raggiunti.
Si tratta di un’azione sinergica, in partenariato con Fareambiente Campania aps, finanziata nell'ambito dell’Avviso Pubblico Volontariato Aps – fondi 2017 con D.D. n 466 del 29/07/2019 e approvato con D.D. n 733 del 23 12/2019 e D.D. n 69 del 24/01/2020.
L’ambito territoriale in cui si svolgerà il progetto è la Regione Campania, in particolare saranno coinvolte le province di Napoli, Avellino, Caserta e Salerno. L’idea progettuale è quella di promuovere un approccio alla città e ai beni comuni (qual è il patrimonio residenziale pubblico) che si fondi su un nuovo senso di responsabilità e solidarietà e che permetta una migliore convivenza civica e un'attenzione allo sviluppo sostenibile, inteso come fonte di innovazione, di economia circolare e di sviluppo di programmi avanzati di inclusione sociale.
Attraverso azioni formative ed informative e attraverso l'attivazione sul campo di 15 “agenti del cambiamento”, si andrà ad incidere sulla modifica dei comportamenti e degli atteggiamenti dei cittadini assegnatari di alloggi ERP, soggetti che, per condizioni economiche e marginalità sociale, rischiano di presentare una minore sensibilità verso il tema ambientale il quale, al contrario, può diventare una modalità di risparmio economico, di sviluppo di relazioni e di inclusione sociale.
Durante la diretta trasmessa sulla pagina Facebook ufficiale di Uniat Campania Aps, sono intervenuti: Giovanni Sgambati, segretario generale Uil Campania; Pierluigi Estero, presidente Uniat Campania A.p.s.; Francesco della Corte, presidente Fare Ambiente Campania; Vincenzo Pepe, presidente Fare Ambiente nazionale; le conclusioni sono state affidate al presidente nazionale Uniat A.p.s, Augusto Pascucci. I lavori sono stati moderati dalla giornalista Rossella Fusco.
LA GIUSTIZIA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS TRA DISAGI E RALLENTAMENTI
- Pubblicato: Sabato, 17 Ottobre 2020 12:26
- Scritto da Avv. Riccardo Vizzino
Lo Studio legale Riccardo Vizzino e Associati con un dettagliato esposto alle Autorità competenti ha portato all’attenzione delle Istituzioni e della Cittadinanza la grave situazione che gli avvocati stanno vivendo: per mesi i Legali non hanno potuto esercitare la professione, né incontrando i clienti né partecipando alle udienze innanzi agli Uffici Giudiziari di volta in volta competenti. Le udienze previste nel periodo di chiusura totale hanno subito rinvii e slittamenti anche di un anno e la stessa cosa si è verificata per le prime udienze che sono state fissate in alcuni casi anche con una dilazione di 18 mesi.
Classico esempio di queste problematiche è rappresentato dall’Ufficio del Giudice di Pace di Napoli, composto da 9 Sezioni Civili e circa 60 Giudici, dove si sono registrati i dati più allarmanti e preoccupanti. Infatti, con la predisposizione di circa 20 cause per ciascun Giudice, si è calcolato il rinvio di circa 30.000 cause al mese! Tutto questo rappresenta una gravissima violazione per i cittadini che vedono calpestati ancora una volta i propri diritti e consiste in un nuovo durissimo colpo per il già provato carico della giustizia.
In questo clima è diventato difficile se non impossibile compiere anche le cose più semplici come ad esempio organizzarsi per adempimenti, seguire il corso dei rinvii delle cause nei vari Fori Campani o recarsi in udienza. Gli Avvocati che vogliono accedere agli Uffici Giudiziari devono affrontare file e rallentamenti estenuanti. A ciò si aggiungano le tantissime denunce di disagi e problematiche circa la fruizione dei mezzi pubblici. Molti Colleghi, infatti, spesso non riescono a recarsi in udienza agli orari prestabiliti a causa dell’eccessivo sovraffollamento dei vagoni della metropolitana.
Ad oggi, i Presidenti dei Tribunali attraverso accordi e trattative con le Istituzioni sono riusciti a garantire almeno un minimo svolgimento di udienze che comunque non possono superare le 20-25 cause al giorno fissate ad orari prestabiliti per ciascun Giudice. Sono state dettate determinate disposizioni di sicurezza per la trattazione e la presenza degli Avvocati. In particolare è prescritto il distanziamento fisico tra le varie parti che partecipano al giudizio, l’uso obbligatorio della mascherina e presidi di sicurezza quali vetri di plexiglass posizionati sulle scrivanie dei Giudici per isolarli e distanziarli durante la trattazione orale delle vertenze da parte degli Avvocati. Tutto questo però, alla luce dei numeri dei contagiati, non risulta sufficiente a garantire livelli di sicurezza e prevenzione adeguati. Anche il semplice gesto di passare il fascicolo d’Ufficio al Collega rischia di essere fatale ai fini della trasmissione del virus. In queste condizioni nemmeno indossare i guanti servirebbe a scongiurare il problema. È per questi motivi che si rendono necessarie e urgenti pulizie e sanificazioni costanti di questi ambienti frequentatissimi. Sarebbe pure opportuno istituire la presenza obbligatoria di personale ad hoc, posizionato all’ingresso dei bagni, che provveda a sanificare l’ambiente ogni volta che viene utilizzato.
Alla luce dei disagi e delle problematiche denunciate, è necessario giungere ad una chiusura per almeno 20 giorni di tutti gli Uffici Giudiziari e predisporre un serio programma di sicurezza e sanificazione in grado di garantire il diritto alla salute di tutti i soggetti confluenti nelle strutture. Questa chiusura momentanea dei vari Fori Giudiziari sarebbe propedeutica all’individuazione di tutte le misure di sicurezza e prevenzione da porre in essere.
Con la riapertura degli Uffici si propone l’organizzazione delle udienze con orari cadenzati dalle 9:00 di mattina alle 15:00 del pomeriggio. Solo in questo modo si possono garantire un numero maggiore di cause trattate per ogni udienza con la possibilità per gli Avvocati di organizzare al meglio il proprio lavoro e raggiungere anche più Fori nella stessa giornata.
Ancora, a livello Istituzionale Regionale sarebbe utile istituire un Comitato Permanente, composto da membri
della Società civile, psicologi, psicoterapisti, sociologi e medici per il monitoraggio concreto e ravvicinato di
tutte le problematiche legate al Covid –19 e delle relative misure di sicurezza e prevenzione da attuare.
Al nostro Presidente della Regione, Vincenzo De Luca, chiediamo dunque di agire in tal senso al più presto e di non sottovalutare il problema, anche perché omissioni di questo genere costituiscono gli estremi per il reato di epidemia colposa.
Un altro aspetto da non sottovalutare, strettamente correlato alla diffusione della pandemia, è quello psicologico. Sempre più persone si ritrovano a dover vivere situazioni drammatiche sia dal punto di vista psicologico che economico. Pertanto, l’istituzione di un tale servizio, associato ad un numero verde, servirebbe per offrire supporto morale e vicinanza a tutti coloro che in seguito allo stato di emergenza dovuto al Covid abbiano subito gravi conseguenze e disagi.
Infine, una doverosa digressione è necessaria anche in riferimento all’annosa questione contributiva e previdenziale degli Avvocati. A questo proposito, si chiede all’ente assistenziale degli Avvocati Cassa Forense di accedere ai Fondi previsti dall’Unione Europea e di surrogarsi su questi per il pagamento di tutte le tasse dovute dagli iscritti così da poter davvero configurare un fine assistenziale concreto e offrire un aiuto effettivo a tutti i professionisti in difficoltà.
Coronavirus: “Presto Napoli diventerà come Bergamo”. Lo Studio Legale Vizzino presenta un Esposto alle autorità contro le inefficienze della Sanità e della Giustizia e dei Trasporti
- Pubblicato: Giovedì, 15 Ottobre 2020 09:58
- Scritto da Avv. Riccardo Vizzino
Comunicato Stampa
Coronavirus: “Presto Napoli diventerà come Bergamo”. Lo Studio Legale Vizzino presenta un Esposto alle autorità contro le inefficienze della Sanità e della Giustizia e dei Trasporti
“Con l’esposto alle Autorità nazionali, regionali e comunali invochiamo misure risolutive, anche se più restrittive, da parte della regione Campania e del suo presidente De Luca per garantire la tutela della salute dei cittadini”. Lo dichiara Riccardo Vizzino, titolare dello studio legale che ha presentato l’istanza e che da anni denuncia il degrado urbano e gli errori della Sanità pubblica.
“La recrudescenza dell’epidemia in Campania, e particolarmente nella Città Metropolitana di Napoli, ci ha indotto – continua Vizzino - a denunciare la drammatica situazione che sta vivendo il popolo napoletano in queste ultime settimane. Al nostro studio arrivano ogni giorno telefonate di cittadini positivi al Covid-19 costretti a stare chiusi in casa in isolamento senza avere alcuna certezza in ordine all’esercizio del proprio diritto alla salute e di ricevere visite mediche domiciliari e tamponi naso-faringei”.
“Questo stato di cose – conclude l’avvocato - impone una riflessione sull’operato dei vertici regionali nei scorsi mesi: la narrazione sul dignitoso stato generale della sanità regionale è stata forse dettata dalla necessità di presentare il presidente De Luca come il paladino della salute dei campani in vista della sua rielezione? Quale lungimirante pianificazione ha attivato il Presidente per affrontare e risolvere le gravi lacune in organico del personale sanitario? Fare appello all’abnegazione di un pugno di seri professionisti disposti a rientrare in servizio dopo essere stati collocati in pensione non è prova di acume politico. Si abbia il coraggio di adottare misure impopolari ma necessarie prima che Napoli si trasformi in una nuova Bergamo!”
Nell’esporre il suo lavoro l’avv. Vizzino dichiara - “Le tematiche da affrontare sono tante e noi come Studio Legale, attento alla situazione che ci circonda e vicini ai cittadini, proponiamo di portare all’attenzione mediatica e delle Istituzioni alcune problematiche di cui siamo venuti a conoscenza nell’espletamento del nostro lavoro di tutela legale e di denuncia delle ingiustizie. In primo luogo, interveniamo per la tutela del diritto alla salute soprattutto dei cittadini meno abbienti, con la proposizione di interventi volti alla risoluzione del problema dei tamponi-naso faringei e della lunghe tempistiche per ottenere i risultati degli stessi. Proponiamo l’abrogazione dei test a numero chiuso per l’ingresso alla Facoltà di medicina; la pubblicazione di bandi e concorsi pubblici per l’incremento del personale medico e infermieristico con contestuale adeguamento degli stipendi; previsione di più ampi poteri e responsabilità per il medico di famiglia con l’affiancamento di un infermiere e la possibilità di effettuare tamponi naso- faringei; tutela dei minori in stato di isolamento fiduciario con la possibilità di istituire programmi seri di didattica a distanza; sempre nell’ambito dell’istruzione, dotare i dirigenti scolastici di più ampi poteri in riferimento alle misure di prevenzione da porre in essere in casi di contagi all’interno della scuola; chiusura temporanea degli Uffici Giudiziari (15-20 giorni) onde consentire le dovute sanificazioni e la predisposizione di efficaci misure di sicurezza, quali: l’obbligo di comunicazione dei dati anagrafici all’ingresso per Avvocati, CTU, periti e testimoni onde consentire l’identificazione dei soggetti e l’eventuale tracciamento nelle ipotesi di casi di positività; l’incremento del personale di Cancelleria onde garantire lo svolgimento delle udienze nel rispetto delle norme sulla sicurezza; la predisposizione di personale ad hoc preposto alla costanze e continuata pulizia e sanificazione dei servici igienici. Infine, in riferimento al trasporto pubblico, per garantire la sicurezza e il rispetto delle norme si propone la previsione di personale qualificato a bordo di ogni treno, vagone o carrozza in grado di garantire la presenza del numero minimo di persone, il rispetto delle norme sulla distanza di sicurezza e il regolare uso della mascherina”.
Infine, conclude l’Avv. Vizzino - “ Solo attraverso uno studio attento e puntuale del territorio e delle sue problematiche è possibile accedere all’identificazione delle crucialità più rilevanti e giungere poi ad individuare le relative risoluzioni con l’unico scopo di garantire il rispetto delle norme sulla sicurezza e il diritto alla salute per tutti i cittadini”.
Avv. Riccardo Vizzino
Avv. Caterina Santangelo
Mariglianella, Arcangelo Russo neoeletto Sindaco ringrazia gli elettori
- Pubblicato: Mercoledì, 23 Settembre 2020 09:50
- Scritto da Amministrazione Comunale Mariglianella (NA)
Mariglianella, Arcangelo Russo neoeletto Sindaco ringrazia gli elettori.
A Mariglianella nelle Amministrative del 20 e 21 settembre 2020 la volontà popolare ha portato all’elezione a Sindaco di Arcangelo Russo. Hanno votato in 5.019, il 78,75% dei 6.373 elettori i quali hanno espresso 3218 voti a favore della lista “Libero di Volare” di Arcangelo Russo e 1643 voti a favore della lista “Idee in Comune” di Luisa Cucca.
Il Primo Cittadino, Arcangelo Russo, dottore commercialista di 39 anni è sposato con la gentile signora Maria ed è padre di Alessandro e Daniele, ed è stato, dal 2010 al 2020 sempre a Marigianella, Assessore Comunale nella giunta di Felice Di Maiolo, a sua volta neo eletto in Consiglio Regionale nella lista “Fare Democratico-Popolari”con il Presidente Vincenzo De Luca.
Il Sindaco Arcangelo Russo ha espresso il suo ringraziamento agli elettori sia attraverso la sua pagina FB sia con un manifesto pubblico. Qui di seguito il suo grato messaggio.
«Sono grato alla città di Mariglianella per avermi scelto Sindaco con oltre il 66% dei consensi.
E’ un onore grande ma anche una responsabilità che proverò ad affrontare con tutte le mie energie, facendo leva sull’esperienza amministrativa maturata negli anni passati. Ce la metterò tutta per non deludere le attese. Il dato sull’affluenza alle urne degli aventi diritto (78,75%), nonostante l’emergenza epidemiologica, ci ha restituito il volto di un paese che ha desiderio di partecipare attivamente alla vita democratica e di concorrere alle scelte politiche. Perciò rassicuro gli elettori che sarò il Sindaco di tutti e farò del Municipio una casa di vetro dove tutti potranno sentirsi accolti. Penso che chi è chiamato ad amministrare deve sentirsi a servizio dei cittadini: solo così ricostruiamo la fiducia nelle istituzioni.
Grazie alle donne e agli uomini della Lista “Liberi di Volare” che hanno scelto di candidarsi al Consiglio Comunale: vi abbraccio tutti! Di tutti avremo bisogno nella guida dell’Amministrazione, dai non eletti al più votato. Conosco la vostra passione e le vostre competenze e so bene che ciascuno di voi rappresenta una risorsa per il paese.
Rivolgo un saluto cordiale a Luisa Cucca, alla quale riconosco la correttezza nella conduzione della sfida elettorale, così come saluto quanti insieme a lei si sono proposti come nostra alternativa. Dai banchi della minoranza è possibile offrire un contributo al nostro paese e l’Amministrazione che avrò l’onore di guidare sarà aperta al dialogo in Consiglio Comunale.
Grazie, infine, alla mia famiglia, in particolare a mia moglie Maria e ai miei figli Alessandro e Daniele: senza di voi, senza il vostro sostegno non sarebbe stata possibile questa esperienza.
Domani mattina, il mio primo impegno da Sindaco sarà di far visita al Dirigente Scolastico del nostro Istituto Comprensivo per rinnovare alla scuola la collaborazione dell’Amministrazione Comunale e per verificare se i lavori che erano stati avviati in vista della riapertura delle attività didattiche si sono conclusi come programmato. Riportare i nostri figli in presenza a scuola e in sicurezza è urgente e necessario.
Lo abbiamo detto in campagna elettorale: per noi, la scuola e la famiglia sono delle priorità alle quali dedicheremo attenzione costante. Ci attendono cinque anni di intenso lavoro, ci batteremo per essere all’altezza del compito che ci è stato affidato. Un abbraccio a tutti i miei concittadini. Arcangelo Russo».
COMUNICATO STAMPA AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI MARIGLIANELLA NA
Progetto “CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno”: Campo di volontariato in Masseria Pigliuocco con l'agricoltura sostenibile
- Pubblicato: Venerdì, 31 Luglio 2020 17:59
- Scritto da adim
Capire gli impatti dell’agricoltura sul Fiume Sarno, rifunzionalizzare il tratto fluviale e realizzare una fascia tampone in destra idraulica tra le aree agricole e il fiume. Questi sono stati i temi toccati dall’attività di citizen science andata in scena lo scorso 31 luglio a Sarno, in compagnia dell’Ing. Luisa Russo e della Dott.ssa Marilena Prisco, Direttrice Circolo Legambiente Leonina Valle del Sarno e Coordinatrice attività di volontariato e incontri di prossimità.
Presso la Masseria Pigliuocco nella frazione di Lavorate (Sarno), area piena di numerose coltivazioni, si è svolto il campo di volontariato realizzato da Legambiente e rientrante nel progetto, “CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno” sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD. Qui uno dei 4 gruppi di ragazzi tra 14 e 22 anni hanno potuto ascoltare i consigli degli educatori sulle buone pratiche di agricoltura, che si svolgono in luoghi simbolici del Bacino, e non solo.
Gli educatori di Legambiente hanno anche spiegato gli effetti dell’abbandono di rifiuti solidi da parte degli agricoltori. Questi con l’utilizzo di pesticidi e fertilizzanti, diverse sostanze inquinanti, inquinano le acque che vengono poi trasportate dalle piogge nelle acque fluviali e nella falda. Insieme a Lorenzo Montoro della Masseria, e gli educatori di Legambiente, presente anche Raffaella Casciello in rappresentanza del progetto del Fondo Agricolo Nicola Nappo nel comune di Scafati.
Al confine con i comuni di Poggiomarino, Boscoreale, S. Valentino Torio, S. Marzano sul Sarno, il Fondo Agricolo Nicola Nappo, terreno agricolo di 115.000 metri quadrati confiscato alla criminalità organizzata e affidato nel 2018, ha come obiettivo quello di realizzare un concetto innovativo di agricoltura sociale capace di produrre, oltre ai semplici alimenti, anche altri beni e servizi non-food che siano di interesse collettivo. Il tutto nel rispetto delle acque del Fiume Sarno.
Progetto “CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno”: Attività di avvistamento antincendio ai giardini di Villa Lanzara
- Pubblicato: Mercoledì, 29 Luglio 2020 18:11
- Scritto da adim
Presso i giardini di Villa Lanzara in Sarno, è andata in scena una nuova attività di citizen science, appartenente ai campi di volontariato targati Legambiente. L’attività svoltasi lo scorso 29 luglio, appartenente al progetto “CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno” sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD, ha visto la presenza degli educatori Simone Izzo, presidente del Circolo Woodwarda e (nome della ragazza che si è presentata nel video).
Questi, insieme al gruppo di VOLONTARI PER L’AMBIENTE e protezione civile locale, hanno spiegato ad uno dei 4 gruppi di ragazzi tra i 14 e 22 anni, come si svolgono le attività di antincendio. Grazie ai momenti di formazione e sensibilizzazione sul tema degli incendi boschivi, i ragazzi hanno prima studiato la zona e poi effettuato simulazione di un avvistamento di un incendio.
Un’attività utile a formare i ragazzi che hanno partecipato a questo progetto, e che ora sono pronti ad intervenire in caso di incendi boschivi. Quest’ultimi sono stati protagonisti purtroppo in negativo nel corso degli ultimi anni. I numerosi incendi, hanno infatti, colpito proprio la zona dei monti di Sarno, polmone verde del Sud Italia.
Le attività illegali, legate al recupero di spazi per cave e discariche insieme agli incendi, hanno portato alla tragedia del 5 maggio del 1998. A seguito delle copiose piogge, diverse frane vennero giù da Pizzo d’Alvano e dai monti di Sarno. Movimento franoso che provocò una forte alluvione che colpì le città di Sarno (SA) Quindici (AV), Siano (SA), Bracigliano (SA) e San Felice a Cancello (CE).
Attraverso queste attività di osservazione e monitoraggio, al fine d’impedire e quindi allertare alle prime avvisaglie la presenza dell’incendio, Legambiente e gli enti partecipanti al progetto “CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno” sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD, mirano ad evitare che eventi come quelli del 5 maggio 1998 possano evitarsi in futuro. Un vero antidoto ad evitare che il verde continui a bruciare in quella zona.
Progetto “CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno”: monitoraggio del territorio con ARDEA e il circolo locale Legambiente Valle del Sarno “Leonia”
- Pubblicato: Martedì, 28 Luglio 2020 17:48
- Scritto da adim
Nuova giornata di attività di citizen science, azione legata ai campi di volontariato a cura di Legambiente appartenente al progetto “CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno” sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD. Lo scorso 28 luglio presso il Parco 5 Sensi di Sarno, i volontari di ARDEA, hanno accompagnato un gruppo di ragazzi tra i 14 e 22 anni lungo la Foce del Fiume Sarno, per osservare diverse specie di uccelli, mammiferi, rettili e anfibi.
Attività di coinvolgimento nel monitoraggio del territorio avvenuto nel pieno rispetto delle norme di sicurezza previste per il Covid -19 – anche grazie alla collaborazione del circolo locale Legambiente Valle del Sarno “Leonia” – che ha visto i ragazzi vivere una giornata di formazione e sensibilizzazione.
Una giornata dedicata all’osservazione di diverse specie, e che ha portato ad una piacevole sorpresa. Sulle sponde del Fiume Sarno - spesso noto alle cronache a causa dell'inquinamento - il gruppo di ragazzi e i volontari di ARDEA hanno assistito e ammirato da vicino la presenza di una simpatica Arvicola acquatica italiana (Arvicola italicus il nome scientifico).
Un avvistamento davvero importante, perché ha permesso al gruppo ARDEA di reperire informazioni sul roditore acquatico. Grazie, infatti, a questa preziosissima osservazione, avvenuta come detto sulle sponde del fiume Sarno, sono stati raccolti numerosi dati che aiuteranno il gruppo non solo a studiare il simpatico roditore, a capire la sua distribuzione ma anche a formare i ragazzi sulla salvaguardia di una specie davvero rara. Un risultato importante per Legambiente, ARDEA e il progetto “CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno” sostenuto da Fondazione CON IL SUD.
Progetto “CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno”: Osservazione e riconoscimento dei macroinvertebrati al Parco 5 Sensi a Foce – Sarno
- Pubblicato: Lunedì, 27 Luglio 2020 17:42
- Scritto da adim
Osservazione e riconoscimento dei macroinvertebrati presenti nel Fiume Sarno. È stata questa la mission dell’attività di citizen science realizzata lo scordo lunedì 27 luglio. L’attività rientra nei campi di volontariato realizzati da Legambiente ed appartenente al progetto “CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno” sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD.
Nell’attività di citizen science, che si è svolta al Parco 5 Sensi a Foce – Sarno, uno dei 4 gruppi di ragazzi tra i 14 e 22 anni, guidati da Francesco Esposito educatore appartenente al regionale Campania Legamebiente, hanno raccolto dei campioni di macroinvertebrati sul letto del Fiume Sarno.
Sul fiume adiacente al parco, grazie all’utilizzo di setaccio e retino, i ragazzi hanno raccolto diversi macroinvertebrati presenti sul letto del fiume. Tanti gli organismi trovati che sono stati selezionati, prima di essere osservati e catalogati al computer.
Qui grazie all’ausilio di un microscopio e di una scheda identificativa, i ragazzi hanno potuto osservare da vicino e successivamente catalogare le diverse specie appartenenti alla comunità di macroinvertebrati presenti nella zona del Sarno. Il tutto si è svolto nel pieno rispetto delle norme di sicurezza previste per il Covid -19. Tutto questo è stato possibile anche grazie alla collaborazione del circolo locale Legambiente Valle del Sarno “Leonia”. Insieme a loro, gli educatori di Legambiente Campania e l’Ente Parco, i ragazzi della zona di Sarno hanno potuto partecipare a questi campi, che hanno come obiettivo osservare e spingere la comunità, anche attraverso l'ausilio delle nuove tecnologie, alla salvaguardia di questo territorio.
Mercoledì 29 luglio 2020 ore 18:30 - Libreria IoCiSto - Presentazione Libro: "Bagnoli. L’ultimo casco giallo" di Giovanni Capasso
- Pubblicato: Domenica, 26 Luglio 2020 18:06
- Scritto da adim
Si presenta mercoledì 29 luglio 2020 (ore 18:30), presso la Libreria IoCiSto (Vomero, Piazzetta Fuga) Bagnoli. L’ultimo casco giallo di Giovanni Capasso, a cura di Giuseppe Pesce. Ne discutono con gli autori Antonio Bassolino, Mario Coppeto, Claudia Migliore, Enrico Viceconte; introduce e modera Gino Aveta.
Cos’è accaduto a Bagnoli negli ultimi trent’anni? Dall’ultima colata nel 1990 ai grandi progetti, fino al fallimento della Bagnolifutura. Cantieri, bonifiche, polemiche, occasioni perdute. Ma anche arte e letteratura, musica, cinema e ricerca. Dopo la grande storia industriale del Novecento, a Bagnoli hanno preso forma tutte le incertezze e le contraddizioni di un “tempo nuovo” che forse non siamo ancora riusciti a comprendere, se è vero che a Taranto sembra ripetersi un film già visto. Ce lo racconta Giovanni Capasso, che la fabbrica è riuscita a vederla mentre spegneva per sempre i suoi motori. E che anche se come ingegnere ha sempre portato il casco bianco, ha amato la storia di Bagnoli fino a considerarsi a tutti gli effetti un “casco giallo”. Battendosi, insieme a tanti altri, per salvare la memoria del “Cantiere”. Che non fu solo una fabbrica, ma una grande esperienza collettiva.
L’edizione a cura di Giuseppe Pesce, con un’intervista a Ermanno Rea (2012), è arricchita da numerose immagini e da una cronologia (1910-2010); ma soprattutto da una serie di contenuti speciali (44 QR-code), con materiali foto e video rari e inediti su Bagnoli raccolti da Capasso.
Ingegnere napoletano, classe 1956, Giovanni Capasso è stato l’ultimo assunto del centro siderurgico di Bagnoli. Responsabile dell’Archivio storico e dell’ Infobox (purtroppo distrutto), tra i soci fondatori del Circolo Ilva Bagnoli, è passato dall’ Italsider a Bagnoli Spa alla Bagnolifutura, fino al fallimento del progetto – e del sogno – di rilancio della grande area dismessa, simbolo dell’industrializzazione napoletana. Personalità eclettica ed entusiasta, ha unito la sua passione per il mare a quella per l’archeologia industriale, lavorando a numerose iniziative. È il protagonista del cortometraggio L’ultimo rimasto in piedi (2002) di Ugo Capolupo e compare tra i personaggi della Dismissione di Ermanno Rea, romanzo nato proprio tra le “carte” dell’archivio di Bagnoli.
Il CSV “Motore del Volontariato”, ma c’è chi li ritiene scomodi. Caprio (presidente CSV Napoli): «Pronti ad azioni legali per tutelare la nostra autonomia»
- Pubblicato: Venerdì, 24 Luglio 2020 12:16
- Scritto da adim
Alla luce della riforma del Terzo settore, sono avvenuti cambiamenti sostanziali nella vita dei CSV di tutta Italia. I centri di servizio per il volontariato, istituiti dalla Legge quadro sul volontariato n. 266/1991 come soggetti a supporto delle organizzazioni di volontariato, e da queste gestiti, al fine di sostenerne e qualificarne l’attività, nei primi 20 anni di attività, grazie allo sviluppo di una rete capillare composta da centinaia di sportelli e migliaia di servizi forniti gratuitamente, sono diventati un sistema che si può definire il “motore del volontariato italiano”.
Un sistema che ha ottenuto il suo pieno riconoscimento con il Codice del Terzo settore, il decreto più importante della Legge delega per la riforma del Terzo settore n. 106/2016. Una parte consistente del Codice infatti è dedicato ai Csv. La riforma ha previsto anche la sostituzione dei fondi speciali per il volontariato, su base regionale, con l’istituzione di un Fondo unico nazionale (Fun), e la costituzione di un Organismo nazionale di controllo (ONC) e delle sue articolazioni territoriali (OTC), con funzioni di indirizzo e controllo. Tra queste, l’amministrazione del Fun, l’accreditamento dei CSV, l’adozione di eventuali sanzioni in caso di irregolarità. È necessaria questa premessa per ben spiegare ai lettori l’importanza del sistema dei CSV in Italia, ma soprattutto il rapporto di collaborazione tra gli OTC e i CSV in Italia. Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali il 27/09/2019 ha decretato l’OTC Ambito 12 “Campania e Molise” composto da rappresentanti delle fondazioni di origine bancaria, del Forum del Terzo Settore, dell’ANCI e rappresentanti delle Regioni Campania e Molise, con la presidenza di Rossella Paliotto.
«Bisognava cogliere questa sfida di cambiamento e di innovazione – spiega Nicola Caprio, presidente del CSV Napoli – per dare maggiore credibilità alle tantissime attività che la rete dei Csv organizzano e realizzano nei diversi territori per promuovere, valorizzare e sostenere il volontariato, un cambiamento culturale e una crescita in termini di competenze, nei tanti volontari impegnati nel Terzo settore e di coesione sociale nelle diverse comunità. Invece, ad oggi, esiste un dialogo monco con l’OTC, in particolare con la Presidente Rossella Paliotto, infruttuoso e irrispettoso delle reciproche identità. Un OTC incapace di costruire relazioni, ma solo una dimensione burocratica che ha ostruito la programmazione dei Csv nel 2020,». In tutte le regioni d’Italia è stata approvata, come di consueto, la programmazione delle attività per l’anno successivo inviata a dicembre 2019, mentre in Campania si è avuta una risposta in modo parziale solo a giugno di quest’anno, con continue richieste, quasi ostruzionistiche, di chiarimenti ed integrazioni che hanno disorientato le tante associazioni del Terzo Settore. Infine, viene così di fatto sottratta la possibilità di rimodulare la programmazione 2020 in emergenza COVID-19 per avviare una riflessione dinamica, complessa e innovativa per inserire il volontariato in una nuova traiettoria tecnologica. «Sei mesi di continue lettere – prosegue Caprio- anche di mancata trasparenza rispetto alla richiesta formulata su copie di alcuni verbali, in particolare, abbiamo appurato una disertata attenzione e capacità di ascolto, semplicemente per imporre una dimensione di burocrazia e di primato. Crediamo che ci siano troppe difficoltà nell’espletamento delle loro azioni e, sicuramente, non per colpa del periodo emergenziale COVID-19. Il CSV Napoli sta valutando, contro questi provvedimenti ingiustificabili dell’OTC, chiedendo fortemente anche l’intervento dell’ONC a questa situazione incresciosa, un’azione legale dinanzi a tutte le sedi competenti, chiedendo di tutelare l’autonomia e il funzionamento dei CSV per il bene del volontariato tutto».
Nicola Caprio
Sul fiume Sarno s’incontrano educazione ambientale e monitoraggio della Biodiversità
- Pubblicato: Lunedì, 13 Luglio 2020 11:17
- Scritto da adim
Nell’ambito del Progetto sostenuto da Fondazione CON IL SUD “ CuriAMO, ViviAMO, PartecipiAMO il Sarno” i ragazzi che con entusiasmo partecipano ai campi di volontariato e prevenzione dei rischi ambientali insidiano l’area incontrano gli zoologi dell’Ass. ARDEA per comprendere il monitoraggio della biodiversità che si sta svolgendo nel Parco, cimentandosi in prima persona in un censimento ornitologico.
Ai ragazzi del territorio viene illustrato il progetto coordinato da Legambiente Campania “ CuriAMO, ViviAMO, PartecipiAMO il Sarno” che prevede un monitoraggio capillare di fattori di disturbo e depauperamento del bacino fluviale come la plastica ed altri inquinanti studiati da CNR e Federico II ed una costante osservazione della componente biodiversità condotta dall’Associazione ARDEA incentrata prevalentemente sull’avifauna ma attenta a rilevare qualsiasi altro elemento di pregio o di minaccia caratterizzi la comunità vivente. Gli zoologi mostrano ai partecipanti i risultati ottenuti in questi mesi come le foto delle diverse specie di uccelli mai segnalate nel territorio del Parco Regionale del Bacino Idrografico del fiume Sarno come il Marangone minore (Microcarbo pygmeus) o raramente osservate come il Mignattaio (Plegadis falcinellus), l’Aquila Minore (Hieraaetus pennatus) e la rara Moretta Tabaccata (Aythya nyroca). Tali specie sono state censite durante la fase di svernamento o migrazione e la loro presenza è stata appurata per pochi giorni. Questi dati indicano chiaramente che il fiume è tuttora sorvolato e frequentato da una comunità di specie di particolare interesse conservazionistico che nelle condizioni giuste possono colonizzare o ri-colonizzare il territorio in cui insiste l'area protetta.
I ragazzi si cimentano anche in un vero censimento della comunità ornitica che in questo periodo nella zona delle sorgenti annovera circa 30 specie fra le quali il Torcicollo, Picchio rosso maggiore, Picchio verde, Upupa, Sparviere, Poiana Tortora selvatica, Gallinella d’acqua, Rigogolo Ballerina gialla. La vera star di questi incontri è: l’arvicola acquatica italiana (Arvicola italicus). Questo roditore acquatico estremamente elusivo e schivo, da bibliografia era noto in solamente per due località: Partenio e Garigliano. A queste due località ARDEA ha aggiunto una terza località Lago Laceno nel 2013 ed ora una quarta e preziosissima osservazione lungo le sponde del fiume Sarno.
Questa nuova segnalazione è particolarmente importante dal punto di vista conservazionistico, poiché aiuterà a comprendere meglio la distribuzione e l’ecologia di questa specie endemica italiana, ancora poco conosciuta, e dona al parco, spesso noto esclusivamente per le sue acque inquinate, una nuova specie impreziosisce il suo patrimonio faunistico.
Il monitoraggio effettuato da ARDEA fino ad ora sta dando risultati interessanti non solo sul fronte avifauna (il focus dei censimenti) ma anche rispetto ad altri altri taxa e soprattutto nel coinvolgimento della popolazione attraverso la Citizen Science e questi incontri di educazione ambientale in cui alcuni dei ragazzi hanno sottolineato la volontà di partecipare a titolo volontario alle giornate di lavoro sul campo per guardare attraverso gli occhi degli esperti il territorio in cui vivono attraverso il punto di vista degli animali che lo abitano.
A cura dell'Associazione Ardea
Contributi a fondo perduto: occasione per gli enti non profit
- Pubblicato: Giovedì, 09 Luglio 2020 09:38
- Scritto da adim
Il Decreto Rilancio ha stanziato più di 2,9 miliardi di euro. A questa misura potranno accedere anche gli enti non commerciali, che presentino determinate condizioni, mentre sono esclusi quelli che possiedono solo il codice fiscale. Ecco il calcolo e le indicazioni sulla procedura da effettuare. Per sostenere le attività economiche colpite dall’emergenza “Covid-19”, ecco la nuova misura del Governo Conte, presente nel Decreto Rilancio. Si tratta di una misura che dà la possibilità di richiedere un contributo a fondo perduto, come previsto dall’ex art.25 del decreto legge 34 del 2020 (D.L. “Rilancio”), che nelle prossime settimane sarà convertito in legge.
L’Agenzia delle Entrate, attraverso la Circolare 15/E del 13 giugno 2020 con il provvedimento del 10 giugno 2020 ha spiegato come poter usufruire di tale contributo e reso note le modalità per richiedere una somma a fondo perduto. Dal 15 giugno sono più di 890 mila gli ordinativi di pagamento, che sono stati emessi per un importo complessivo 2,9 miliardi di euro. Tutte le varie somme sono state accreditate direttamente sui conti correnti di imprese, commercianti e artigiani. Al 4 luglio si è toccata quota 1.208.085 di istanze di contributo a fondo perduto richieste da tutti gli interessati presenti sul territorio nazionale. Nell’apposita sezione dedicata a tale misura di sostegno, l’Agenzia delle Entrate spiega le modalità dì come scaricare e consultare la completa ed esaustiva guida operativa.
Chi sono i soggetti e quali sono le condizioni per poterne usufruire?
Il contributo può essere richiesto dai soggetti esercenti attività d’impresa e di lavoro autonomo e di reddito agrario, titolari di partita Iva, ad eccezione di quelli previsti dall’art.25, c.2 del Decreto “Rilancio”. Per ricevere il contributo i soggetti devono aver iniziato l’attività in data antecedente al 1° maggio 2020. Possono richiedere il contributo anche gli enti non commerciali previsti all’art.73, c.1, lett. c) del D.P.R. 917 del 1986 (cosiddetto Tuir), che però esercitano un’attività commerciale in via non esclusiva né prevalente, compresi gli enti del Terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti. Non lo possono quindi richiedere gli enti non commerciali in possesso del solo codice fiscale, non svolgenti alcuna attività commerciale. Le condizioni affinché gli enti non profit possano accedere al contributo sono le stesse previste per le imprese, e cioè:
- un volume di ricavi commerciali nel periodo di imposta precedente a quello in corso al 19 maggio 2020, data di entrata in vigore del Decreto “Rilancio” (quindi 1° gennaio 2019-31 dicembre 2019, per i soggetti il cui periodo di imposta coincide con l’anno solare) non superiore a 5 milioni di euro;
- l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 deve essere inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019.
La Circolare 15/E del 13 giugno 2020 prevede anche degli specifici chiarimenti sulle modalità di determinazione del reddito, per determinare la soglia di cui al precedente punto 1), oltre che in relazione al calcolo del fatturato e dei corrispettivi di cui al punto 2). Tutti gli enti che hanno iniziato l’attività a partire dal 1° gennaio 2019 e quelli con domicilio fiscale o sede operativa nel territorio di Comuni che già versavano in uno stato di emergenza al 31 gennaio 2020 (eventi sismici alluvionali o crolli di infrastrutture), hanno diritto al contributo anche se manca il requisito relativo al calo del fatturato. In questo caso, resta fermo il limite dei 5 milioni di euro nell’esercizio precedente. Per tutti questi soggetti, nel caso in cui l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi di aprile 2019 fosse pari a zero, sarà garantito comunque il contributo minimo, come previsto dall’art.25, c.6 del Decreto “Rilancio”. Questo contributo minimo è pari a 2.000 euro per gli enti giuridici. La lista dei Comuni, è contenuta nella tabella in calce alle istruzioni per la compilazione, prevista nell’apposita sezione del sito dell’Agenzia delle Entrate.
Le modalità di calcolo del contributo a fondo perduto
Come si calcola il contributo a fondo perduto che spetta ai soggetti beneficiari? A spiegarlo è il comma 5 dell’art.25 del Decreto “Rilancio”, dal quale si deducono le modalità che devono essere seguite anche dagli enti non profit che presentano i requisiti per fare richiesta. Il contributo spettante è calcolato applicando una percentuale alla differenza tra l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 e l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019. La percentuale applicabile è stabilità in base al volume dei ricavi relativi al periodo di imposta precedente a quello in corso al 19 maggio 2020, data di entrata in vigore del Decreto “Rilancio” (quindi il periodo sarà il 1° gennaio 2019-31 dicembre 2019, per i soggetti il cui periodo di imposta coincide con l’anno solare), secondo tale schema:
- il 20 %, se i ricavi o compensi sono stati minori o uguali a 400.000 euro;
- il 15 %, se i ricavi sono stati superiori a 400.000 euro e minori o uguali a 1.000.000 di euro;
- il 10 % se i ricavi sono stati superiori a 1.000.000 di euro e minori o uguali a 5.000.000 di euro.
Per chiarire quanto detto, si riportano 3 esempi, redatti da Daniele Erler nell’articolo per Cantiere Terzo Settore:
ESEMPIO 1
Associazione che nell’anno 2019 ha conseguito ricavi commerciali per un importo di 320.000 euro e che ad aprile 2019 ha contabilizzato ricavi per 60.000 euro contro 10.000 euro nell’aprile 2020. Il contributo è pari al 20% della differenza di 50.000 euro, per un importo di 10.000 euro.
ESEMPIO 2
Associazione che nell’anno 2019 ha conseguito ricavi commerciali per un importo di 750.000 euro e che nell’aprile 2019 ha conseguito ricavi per 120.000 euro contro 30.000 dell’aprile 2020. Il contributo è pari al 15% della differenza di 90.000 euro, per un importo di 13.500 euro.
ESEMPIO 3
Associazione che nell’anno 2019 ha conseguito ricavi commerciali per un importo di 2.000.000 di euro e che nell’aprile 2019 ha conseguito ricavi per 300.000 euro contro 60.000 dell’aprile 2020. Il contributo è pari al 10% della differenza di 240.000 euro, per un importo di 24.000 euro.
I termini e le modalità per presentare la domanda
I termini e le modalità di presentazione dell’istanza per il riconoscimento del contributo a fondo perduto, sono stabiliti e previsti all’intero del provvedimento firmato dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 10 giugno 2020. L’istanza può essere compilata ed inviata all’Agenzia delle Entrate a partire dal 15 giugno 2020 e non oltre il 13 agosto 2020. Nel caso in cui il soggetto richiedente, sia un erede che continua l’attività per conto del soggetto deceduto, in questo caso le istanze possono essere inviate a partire dal 25 giugno e non oltre il 24 agosto. L’invio delle istanze dovrà avvenire con modalità telematiche, attraverso i canali dell’Agenzia delle entrate o in alternativa attraverso il servizio web disponibile nell’area riservata del portale “Fatture e Corrispettivi” del sito internet dell’Agenzia delle entrate. L’istanza che può essere trasmessa anche attraverso l’ausilio di un intermediario abilitato (vedi C.A.F. o commercialista).
Ogni istanza dovrà essere corredata di questi dati:
- il codice fiscale dell’ente che richiede il contributo e del suo rappresentante legale;
- l’Iban del conto corrente su cui accreditare la somma, intestato o cointestato al soggetto che richiede il contributo;
- tutti i dati necessari a determinare la spettanza e l’ammontare del contributo, tra i quali il fatturato e i corrispettivi dei mesi di aprile 2019 e aprile 2020.
- Come già detto in precedenza, nell’apposita sezione del sito dell’Agenzia delle Entrate è comunque possibile trovare tutte le informazioni e la modulistica relativa alla presentazione dell’istanza di contributo.
Natura del contributo fondo perduto e concorso alla formazione del reddito
Come stabilito nella Circolare 15/E del 13 giugno 2020, il contributo in questione è un contributo in conto esercizio. Questo viene erogato ad integrazione per tutti i mancati ricavi registrati dal contribuente a in seguito alla crisi causata dalla diffusione del Covid-19. Il contributo non forma la base imponibile ai fini delle imposte dirette, ma soprattutto non assume rilevanza nella determinazione della base imponibile dell’imposta regionale sul valore aggiunto (Irap). In più, non incide sul calcolo degli interessi passivi deducibili come stabilito anche dall’art. 61 del Tuir, e sulla deducibilità dei costi diversi dagli interessi passivi come stabilito dall’articolo 109, comma 5 del Tuir.
Workshop - Le comunità dei fiumi. Racconti di esperienze, approcci e strumenti dal Sacco al Sarno
- Pubblicato: Mercoledì, 27 Maggio 2020 09:49
- Scritto da adim
Per il ciclo dei workshop targati Legambiente all'interno del Progetto CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno ‘’Racconti di esperienze, approcci e strumenti” si è svolto il meeting Le comunità dei fiumi: dal Sacco al Sarno. Un incontro che ha messo in luce i problemi ‘purtroppo’ simili tra i due fiumi.
Gli sversamenti illegali nei fiumi sono un problema non solo per i fiumi campani, tra cui c’è anche il Fiume Sarno come visto in questo periodo, ma anche di molti fiumi italiani. Tra questi c’è anche Fiume Sacco nel Lazio, un contratto di fiume che ha carattere nazionale.
Rita Ambrosino di Legambiente Anagni insieme ad Elisa Guerriero - Assessore nel Comune di Ceprano (Frosinone) ed ingegnere ambientale, hanno spiegato come mettere in atto il contratto di fiume è stato qualcosa di difficile. Qualcosa che necessita di tanto volontariato, vista la lacuna legislativa, e lavoro per portare avanti un lavoro che necessita di essere portato avanti per la salvaguardia del territorio.
Il Fiume Sacco è un fiume che come tanti fiumi, subisce tanto inquinamento. Tanti sversamenti che hanno portato a numerosi problemi. Non solo ha inquinato le acque, ma a seguito delle esondazioni, i materiali chimici rilasciati dalle numerose aziende nel fiume, hanno contaminato i numerosi terreni agricoli nelle vicinanze. Una contaminazione che oltre alle acque, sì prolunga anche con la presenza di numerose polveri sottili. Una situazione che ha portato il Fiume Sacco alla ribalta delle cronache.
Numerose associazioni, tra cui Legambiente, e la partecipazione di numerosi comuni del territorio laziale hanno messo in atto il processo per la cura del Fiume Sacco. Il comune capofila delle istanze e del Contratto del Fiume Sacco è stato il Comune di Ceprano che ha portato avanti il progetto, e ogni azione annessa, per salvaguardare un fiume che coinvolge numerosi comuni del territorio laziale e siti di interesse nazionale.
Contratti del Fiume Sacco, che risulta essere il progetto vincitore della Regione Lazio. Un progetto che attraverso un’indagine conoscitiva porterà ad avere un’analisi dei 90 km del Fiume Sacco. Ha l’obiettivo la scansione attraverso termocamere di tutta l’asta pluviale per individuare tutti gli scarichi che ad oggi non sono conosciuti. Si vuole migliorare le acque non solo su dati già conosciuti, ma bisogna andare alla ricerca di tutti quegli elementi delle criticità che pesano sul fiume. Una redazione di un database geo-referenziato di tutte le informazioni di attività presenti e gli elementi che interessano il bacino.
Grazie alle associazioni e volontari, tutto il lavoro che sino a questo momento è stato svolto è stato pubblicato sul sito www.contrattodifiumesacco.it. L’attività dei volontari vuole portare la popolazione a riscoprire il Fiume Sacco non solo per la sua presenza, ma anche per le sue criticità. Quindi attori locali e sovralocali sono chiamati a cambiare il modus operandi, portando tutti a rivivere un fiume Sacco come una volta e non come un fiume legato a tristi episodi.
Come detto l’inquinamento non riguarda solo il Fiume Sacco, ma anche il Fiume Sarno. Giorgio Zampetti, direttore nazionale Legambiente, ha spiegato come il tema dell’inquinamento è qualcosa di importante contro cui combattere. Un qualcosa che sfugge ai monitoraggi, all’osservazione costante, ma che causa numerosi problemi alle nostre acque. Un problema spesso vissuto dalle sole comunità locali e non a livello nazionale. Un problema che causa problemi alle attività agricole, ma anche ad aziende nuove che subiscono i comportamenti sbagliati del passato. I diversi scarichi industriali, rappresentano situazioni di inquinamento davvero pericolose e spesso non tenute sotto controllo, portando quindi a problemi pesanti ai corsi fluviali e non solo. Qualcosa che avviene nel fiume Sacco, ma anche nel Fiume Sarno. I contratti di Fiume, come avvenuto per il Fiume Sacco possono essere strumenti utili a salvaguardare il territorio.
Laura Saija (Ricercatrice DICAR - Università degli Studi di Catania, caso del contratto di fiume Simeto), ha spiegato come anche nella bella Sicilia i problemi legati all’inquinamento dei fiumi non è da meno. Grazie a tanta creatività, vista l’assenza dei contratti di fiume, sono state diverse le attività che hanno portato e stanno assicurando la difesa di questo fiume. L’attività della comunità sinetina, grazie all’intreccio di altri interessi, e combinando aspetti della protesta con momenti di felicità ha portato all’interesse verso qualcosa che sembrava quasi invisibile.
Antonio Crescenzo, Presidente del Parco del fiume Sarno), partner del Progetto CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD avente come capofila Legambiente – con ADIM Srl tra i partner - ha spiegato il lavoro che svolge insieme a tutte le altre associazioni e partner il lavoro per il fiume campano. L’attenzione di Crescenzo è quello di far sentire il corso d’acqua come un qualcosa di così naturale e proprio per aumentare l’attenzione e salvaguardia di un fiume, che sia Sacco o Sarno. Un contratto di Fiume, può essere una soluzione per far sì che i tratti fluviali possano avere la giusta attenzione. Attraverso la partecipazione al bando della Regione Campania, si punta alla salvaguardia un fiume e territorio martoriato dall’inquinamento.
Il lavoro che porta avanti il Parco del fiume Sarno è quello che un problema così difficile venga posto e portato avanti con la giusta conoscenza, ma anche con tutti gli strumenti necessari per affrontare queste cose così difficili. L’obiettivo dell’ente parco è quello di denunciare, ma anche quella di promuovere il territorio. Quest’ultima azione però, nonostante la ricchezza e bellezza del territorio, non può essere portata avanti a causa di un inquinamento, problema pesante che blocca quasi ogni azione di promozione.
Il contratto di fiume che insieme agli enti di settore che possono quindi essere una soluzione per la salvaguardia di questi tratti fluviali. Giancarlo Gusmaroli, direttore tecnico del Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale, ha spiegato come questo strumento possa essere utile a spingere e richiamare l’attenzione su casi come quelli del Fiume Sacco e Sarno. Sono troppe le attività contro i corsi fluviali e che contrastano il loro sviluppo. Solo portare raccogliere e richiamare l’attenzione su tutti i corsi fluviali, anche attraverso i contratti fluviali può portare a bloccare le attività sbagliate, sviluppare nuove idee e promuovere territorio importanti.
Mettere in evidenza il contratto di fiume, precisamente il suo carattere pedagogico, permette ad una comunità di crescere, diventando una comunità di Fiume. Situazione che porta a capire quanto sia importante questo elemento, per la riqualificazione di un fiume. Spesso però si pensa che la riqualificazione passi per la qualità delle acque. Solo se queste sono buone o meno. Come spiega Giancarlo Gusmaroli, la leva pedagogica deve far capire che ‘’si va al fiume anche quando il fiume e le acque di quest’ultimo non è bello, è ferito e sta male’’.
Si tratta di una metodologia che porta a far capire quanto sia importante quel tratto fluviale alla comunità che non deve perdere le attività prima di avviare una fase di riqualificazione delle acque e del territorio. Anche davanti al degrado, dev’essere importante seminare la volontà di voler cambiare passo. “Il contratto di fiume è un enzima, che partendo dai vari settori, inizia a portare il cambiamento. Se il contratto porta al tavolo persone per il cambiamento, l’importante è che non implementi società già presenti, ma apra a nuove suggestioni. Questo in Italia è riconosciuto dalla normativa nazionale: i contratti di fiume. A livelli nazionali, regionali e comunità possono portare a migliorare la natura evitando rischi e portando a numerosi vantaggi”, così ha concluso Gusmaroli.
Workshop Legambiente APPlichiamoci “La tecnologia al servizio della natura”: tecnologia e citizen science per avvicinare i cittadini
- Pubblicato: Lunedì, 25 Maggio 2020 09:29
- Scritto da adim
Si è svolto lo scorso 22 maggio il workshop Legambiente dal titolo APPlichiamoci “La tecnologia al servizio della natura”. Tecnologia e Citizen Science sono state le due parole chiavi di questo meeting che ha avuto come obiettivo quello di capire come la tecnologia e le numerose attività di Citizen Science possono essere utili alla biodiversità.
Il progetto Ornitho: la citizen science legata al birdwatching
Il primo progetto presentato nel corso di questo Workshop è stato quello del dott. Roberto Lardelli: Ornitologo- Presidente Ass. Ficedula / BirdLife Svizzera. Un progetto che ha come obiettivo di portare avanti la ‘Citizen Science’ per sensibilizzare tutti i cittadini sulla biodiversità e la conservazione ambientale.
Con il progetto Ornitho, ossia una piattaforma comune d’informazione di ornitologi e birdwatcher italiani e di molte associazioni ornitologiche nazionali e regionali, si è data la possibilità dello studio, la conservazione degli uccelli, il birdwatching e la loro promozione su tutto il territorio italiano e europeo.
Un progetto interessante, una ‘citizen science’ che ha visto la partecipazione di numerosi osservatori nel corso degli ultimi anni, che con i loro dati danno la possibilità non solo di mappare un determinato territorio, ma anche di aumentare la banca dati – questa raccoglie dati dal 1902 ad oggi – che può essere messa a servizio di tutti coloro che vogliono condurre degli studi.
iNaturalist, l’app per osservare e monitorare la biodiversità
Simile all’esperienza Ornitho, c’è il progetto di ARDEA presentato da Rosario Balestrieri Ornitologo e Presidente Ass. Ardea. Anche per la Campania, in particolare sul Fiume Sarno, ad esempio, c’è l’osservazione di numerose specie di uccelli che vivono il territorio e che purtroppo sempre più spesso incappano nell’inquinamento più totale. Grazie alla partecipazione di questa Citizen Science e all’ausilio della tecnologia che rende tutto più facile, tutti gli appassionati e non solo dell’ornitologia, possono dare il loro contributo utilizzando l’app iNaturalist.
Attraverso quest’app ogni osservazione può contribuire alla scienza della biodiversità. Attraverso una semplice foto, infatti, sarà possibile capire non solo quello che si sta osservando – dagli animali sino alla fauna – ma arricchire un ampio database scientifico come quello del Global Biodiversity Information Facility. L’obiettivo è quello di aiutare gli scienziati a trovare ed utilizzare questi dati. Tutto questo grazie alla partecipazione e la condivisione di dati con un semplice smartphone.
Le attività di Citizen Science targate Legambiente
Le esperienze di Citizen Science legate all’ausilio della tecnologia sono numerose e lo sa bene anche Legambiente. Tra le varie attività di Citizen Scienze proposte da Legambiente, come spiegato da Carmela De Vivo, Dott.ssa in Scienze ambientali c’è anche quella della Goletta dei Fiumi Campani. Un progetto che ha come obiettivo quello di monitorare lo stato dei maggiori fiumi della regione, tra cui anche il Fiume Sarno. Attraverso dei semplici passaggi, effettuati anche dai numerosi partecipanti all’attività, la dott.ssa De Vivo ha mostrato come è avvenuto il campionamento e l’analisi del fiume Sarno nel 2019, che hanno portato ad avere numerosi dati davvero interessanti per la salvaguardia del territorio.
Questa però non è l’unica attività di Citizen Science targata Legambiente. Infatti, come raccontato da Eva Barca, volontaria Legambiente vi sono state altri progetti svoltisi in Campania, che hanno portato ad avvicinare tante persone, soprattutto ragazzi ad attività per la tutela del territorio. Strumenti, conoscenza, partecipazione, scoperte e divertimento: così possono riassumersi molte delle attività di Citizen Science Legambiente che hanno portato numerosi cittadini a conoscere qualcosa di nuovo e di interessante.
Animali e non solo: le attività di monitoraggio di specie aliene
Animali e non solo. Diverse attività di monitoraggio e comprensione dei cambiamenti della biodiversità dovute a forme aliene sono state spiegate da Luciano Ventura di Legambiente Nazionale. Dagli insetti, passando per le piante, sino ad alcune specie di animali, Luciano Ventura ha spiegato come far conoscere quali sono le nuove tipologie di specie presenti e come influiscono molto spesso negativamente sul territorio può essere importante per tutelare il nostro ambiente.
Gaia Observer: la cittadinanza attiva a portata di smartphone
In chiusura è stata presentata anche l’app Legambiente dal nome Gaia Observer. Nata dal progetto ‘Volontario per natura’ che aveva l’obiettivo della cittadinanza attiva, Grazie a questa facile e semplice applicazione di monitoraggio ambientale, sarà possibile difendere la natura, segnalando con foto, testo e posizione eventuali discariche abusive, incendi, attività di bracconaggio e molto altro, agli Enti preposti alla difesa dell’ambiente. Un esempio di cittadinanza attiva anche a portata di smartphone.
Progetto CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno: Fiume Sacco protagonista del prossimo workshop
- Pubblicato: Sabato, 23 Maggio 2020 12:21
- Scritto da adim
Nuovo Workshop Legambiente in programma martedì 26 maggio. Sulla piattaforma di videoconferenze Zoom – ecco il link (https://forms.gle/HCDdVfn26MLWDW1Q7) per registrarsi entro il 26 maggio mattina - ci sarà il workshop intitolato Le comunità dei fiumi: racconti di esperienze, approcci e strumenti dal Sacco al Sarno. L’obiettivo di questo incontro – appartenente al Progetto CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD avente come capofila Legambiente – è quello di formare e sensibilizzare i partecipanti circa la salvaguardia del territorio del Fiume Sarno.
Grazie alla presenza dei diversi gruppi che operano sul Sarno (cittadini, attivisti, istituzioni, ecc.), si punta a creare un dialogo per coinvolgere e sensibilizzare i cittadini, facendo capire qual è la mission, ossia la salvaguardia del territorio.
Il workshop, che vedrà il racconto del Fiume Sacco - affetto da gravi problemi di inquinamento – è rivolto alle istituzioni e ai tecnici, con il quale si cercherà di ragionare sull'importanza del coinvolgimento dei cittadini. Oltre agli interventi spot sul Sarno, la presenza degli attori istituzionali che vorremmo sempre più incisivi sui fiumi campani, si punta anche ad un maggior coinvolgimento dei cittadini su questo problema.
Tema del dibattito saranno le alleanze al piano istituzionale. Per questo motivo, l’invito all’evento è proposto soprattutto ai presidenti dei parchi fluviali campani e gli amministratori interessati. L’incontro è moderato da Marilena Prisco, direttivo Legambiente Campania.
Programma del workshop “Le comunità dei fiumi: racconti di esperienze, approcci e strumenti dal Sacco al Sarno”:
Il caso del fiume Sacco (Lazio), Elisa Guerriero - Assessore nel Comune di Ceprano (Frosinone) ingegnere ambientale, coordinatrice del contratto di fiume Sacco e Rita Ambrosino - Legambiente Anagni
Tavola Rotonda. Partecipano Elisa Guerriero, Giorgio Zampetti (direttore nazionale Legambiente), Laura Saija (Ricercatrice DICAR - Università degli Studi di Catania, caso del contratto di fiume Simeto), Antonio Crescenzo (Presidente del Parco del fiume Sarno)
Coordina: Marilena Prisco, direttivo Legambiente Campania