In Diecimila sotto la pioggia per l’ultimo saluto al pilota Luca Salvadori

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Di Barbara Kornfeld

Il mondo del motociclismo internazionale ricorderà mercoledì 25 Settembre 2024 come data di lutto, celebrata a Milano alla presenza di oltre diecimila persone che hanno riempito la Basilica di Santa Maria delle Grazie e il vasto piazzale antistante. Il protagonista della vicenda è il trentaduenne Luca Salvadori, noto youtuber, che attraverso i suoi filmati narrava ogni aspetto ed evoluzione della sua professione, con un seguito di cinquecento mila follower che apprezzavano lo stile da antidivo: raccontava i fatti come persona in evoluzione, illustrava le sue passioni e l’ammirazione per alcuni piloti; fatto che lo aveva reso punto di riferimento per il crescente numero di follower. Sarà questo il motivo per il quale la famiglia ha immaginato la notevole partecipazione di gente, che poi di fatto c’è stata – oltre ai parenti, agli amici, ai colleghi di tutte le scuderie – ed ha disposto il posizionamento di due maxischermi all’esterno della chiesa, in modo che alcuno fosse escluso dal rito cattolico. Sono accorsi anche molti volti noti del mondo dello spettacolo: Gianni Morandi, Red Canzian, Eros Ramazzotti, Lorenzo Cherubini (con moglie e figlia), Alba Parietti, Guido Meda, Roby e Francesco Facchinetti. Luca conosceva perfettamente ognuno di loro, essendo figlio di Maurizio Salvadori, fondatore di una delle più importanti agenzie di management dello spettacolo esistenti in Italia da un trentennio.

La carriera di Luca inizia nel 2009 nel team Trident, ha il suo culmine nel 2023 con l’esordio nel Motomondiale di Moto E. La sua scomparsa è dovuta a un incidente in pista nel circuito di Frohburg Dreieck, in Germania, nel corso dell’ultima tappa dell’International Road Race Championship (IRRC). Pare sia stato coinvolto – suo malgrado – in una collisione già avvenuta tra altri piloti, il contatto che gli è stato letale è avvenuto con il tedesco Didier Grams, ma la dinamica esatta dell’incidente è ancora da accertare. Fatti possibili in uno sport ad alto rischio ed in prove di qualificazione che avvengono su strada. Quello era per Luca il percorso per coronare il suo sogno: partecipare al Tourist Trophy, la corsa su tracciato stradale che si svolge sull’isola di Man, ritenuta la più pericolosa al mondo.

Dopo la sua scomparsa sono accaduti fatti che scaldano il cuore: il suo primo antagonista – il campione ventitreenne Filippo Rovelli – ha deciso di non disputare le ultime due gare così da rendere possibile che Luca Salvadori sia “campione postumo”. Il messaggio postato sui suoi canali social è fonte di meditazione per una società sempre troppo concentrata sui traguardi facili: “Luca, sono anni che le nostre strade si incrociano in pista, ma mai come quest’anno ci siamo dati battaglia. Ogni gara è stata un testa a testa…Avevamo ancora due gare davanti a noi, due occasioni per sfidarci ancora una volta e continuare a crescere insieme. Ma oggi, per me, il campionato finisce qui. Non ha senso continuare senza di te in pista, senza la tua grinta, il tuo talento. Questo titolo è tuo, Luca, e te lo sei guadagnato con merito, gara dopo gara. Avrei voluto festeggiarti in modo diverso, stringerti la mano e dirti di persona che sei stato il migliore. Questo campionato è tuo, e lo sarà per sempre. Grazie per ogni momento vissuto insieme. Ti voglio bene.” La sua scelta ha avuto una grossa risonanza, al punto che il giovane pilota, qualche giorno dopo è stato costretto a una precisazione, anche questa volta avvalendosi di un canale social: “Il mio gesto è stato un tributo sincero a Luca, senza alcun secondo fine, e non avrei mai immaginato che avrebbe avuto una tale risonanza. Vi chiedo gentilmente di rispettare questo momento difficile, soprattutto per la famiglia di Luca e le persone a lui più care. A tutti i giornalisti che mi stanno contattando, desidero comunicare che non intendo rilasciare commenti. Spero che possiate comprendere e rispettare la mia richiesta di riservatezza. Grazie”. È un gesto nobilissimo che offre spunti di meditazione a un mondo arido e arrivista; e che racconta molto dell’universo delle due ruote, all’interno del quale resistono concetti di solidarietà e rispetto reciproco, la competizione – pulita e fine a sé stessa – è circoscritta alla gara. I messaggi più sintetici ed accorati sono forse proprio quelli dei colleghi del settore: da Checco Bagnaia a Jorge Martin, Max Biaggi, Marc Marquez, Loris Capirossi, Fabio Quartararo, oltre che gli interi team Aprilia e Yamaha.

Quello di mercoledì a Milano è stato dunque un funerale, ma anche un saluto gioioso a un’anima gentile ed educata che amava la vita: un corteo di motociclette per rendere omaggio al semplicissimo feretro (recante la dicitura affettuosa “like a sir”), autobus provenienti da tutta Italia, gente rimasta a partecipare alla Santa Messa nonostante scrosci di pioggia improvvisi, motociclisti giunti sul posto che hanno alzato il proprio casco al cielo in segno di saluto all’uscita del feretro, un parcheggio allestito nei pressi della chiesa per le motociclette, la proiezione su maxischermo di un video di otto minuti che illustra la sua carriera – realizzato con le clip divulgate in passato da Luca –  quando il feretro è uscito dalla chiesa, la trasmissione della cerimonia sul canale You-tube di Luca (trasmissione seguitissima, considerato il numero dei commenti dei follower). E sul suo profilo un messaggio della famiglia per spiegare i motivi di una simile organizzazione: “Il suo era un messaggio sempre positivo e di grandi valori che abbiamo ritenuto debba essere divulgato anche attraverso questa Cerimonia”.

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