L’Uragano Milton colpisce la casa di un salernitano in Florida

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Di Barbara Kornfeld

Marco ha quasi cinquantaquattro anni, trenta tre dei quali trascorsi tra New York e varie città dello Stato della Florida: lasciare la sua città fu quasi una scelta obbligata per la realizzazione professionale che Salerno non riusciva a garantirgli. Meccanico di motocicli fu avviato dallo zio – brillante imprenditore nel settore della ristorazione – allo studio del settore enogastronomico: scoprì e si appassionò alla vastità del patrimonio vitivinicolo italiano, al punto da farne una seconda professione, quella di promotore locale in USA. Ora, per chi non lo sapesse – a differenza di ciò che avviene su territorio italiano – il promotore USA è una figura di rispetto, anzitutto perché i vini italiani costano minimo dodici dollari la bottiglia, poi perché nei grandissimi centri commerciali la platea diventa numerosa e acquista intere casse da un promotore affidabile e onesto come Marco. Gradualmente alcuni membri della famiglia dello zio si ammalano di cancro: negli Stati Uniti equivale a vendere un impero, così avviene fino alla morte di questi, avvenuta tra le braccia del fratello, che è tornato in Italia con seri problemi fisici, sfociati poi in disabilità.

Marco ha proseguito il suo percorso di vita: tra le altre vicende di vita, aveva già sperimentato i fatti del terremoto del 1980 in Campania, e l’11 settembre a NY, dunque – in tre decadi statunitensi – Marco ha vissuto successi personali e lavorativi sposando una scrittrice (ex reporter di A.P.), ottenendo la green card ambito titolo di accesso alla comunità statunitense, integrandosi nelle diverse comunità delle città che ha abitato (New York, Miami, Tampa, Saint Petersburg); fatto che non gli ha impedito di mantenere un saldo legame con la sua terra: la Regione Campania in generale, Salerno in particolare. Lo fa dialogando con i meccanici e piloti di moto regionali – in un continuo feed-back di opinioni e consigli – leggendo quotidianamente i giornali italiani, promuovendo il Made in Italy viti-vinicolo italiano a Saint Petersburg, Tampa e dintorni.

Tutto questo purtroppo è stato messo prima seriamente in pericolo dal passaggio dall’uragano Helena – che ha spezzato i rami degli alberi in giardino e rotto lo steccato, riparati il giorno successivo – e poi sconvolto dal successivo uragano Milton che invece ha procurato danni notevoli all’abitazione di Marco e Tamara: lo steccato della recinzione perimetrale è a terra, il giardino è stato sommerso di materiali spostati dal vento, la quercia secolare adiacente alla casa è stata sradicata e si è “appoggiata” al tetto dell’abitazione – dissaldando il condensatore del generatore dell’aria condizionata posto lì accanto – il che significa che il sito sarà caldo e umidissimo (difficilmente abitabile), lo spostamento della famigerata quercia ha sollevato le radici di un altro albero secolare che al momento non si ha contezza se sia pericolante o meno, l’energia elettrica e l’acqua sono interrotte, la fognatura bloccata, il sottosuolo è pieno d’acqua.

La sua abitazione, una villetta monopiano, in perfetto stile floridiense, richiede solitamente molta manutenzione: tipica abitazione in legno, necessita di cura continua, già solo il taglio dell’erba in giardino è una routine ad alta rotazione, considerato il ritmo continuo delle piogge in alcuni periodi dell’anno.

La storia di Marco è di un uomo che ha raggiunto una buona posizione economico-sociale rimboccandosi le maniche e lavorando sodo, senza clamore social e senza chiedere nulla: nei momenti di difficoltà ha intensificato il proprio impegno, contando sul reciproco sforzo coniugale con Tamara.

Un’altra faccia degli USA, diversa da quella estremizzata in TV – che oscilla tra l’eccessivo splendore oppure il decadimento completo – : eppure finora Marco ha perseguito i suoi traguardi in un continente in cui si muore ancora per fame, abbandono e mancanza di assistenza sanitaria.

Anche in questa occasione, nonostante – nella notte tra il dieci e l’undici ottobre 2024 – la storia di Marco abbia incappato in uno dei diciannove tornado generati dall’uragano Milton, si è rimboccato le maniche e ha iniziato a pulire a fondo il giardino, asportando i detriti e accantonando la recinzione in un angolo. Esaminando a fondo le immagini della sua casa si intuisce però che potrebbe essere addirittura inagibile: e ciò che è peggio è la certezza che il tetto del garage – sede dell’officina che contiene le moto – è irreparabilmente danneggiato.

La “conta” provvisoria dei danni l’ha fatta lui stesso durante un primo sopralluogo, filmando velocemente la scena per condividere con noi amici e parenti in Italia: ha minimizzato, nella sua consueta modalità per non allarmare o recare disturbo, pur ammettendo che “questa volta sarà lunga rimettere tutto a posto”, ma il tono della sua voce tradisce preoccupazione. Fortunatamente Marco e Tamara durante il passaggio dell’uragano Milton avevano scelto di soggiornare in un grande hotel in muratura: anche perché in tanti anni di passaggi di tornado non s’era mai visto un meteorologo statunitense piangere nell’annunciarne il passaggio.

Ben più preoccupata la voce di Tamara che – pur essendo grata di essere entrambi illesi – ha scritto un appello via social alle amiche di altri stati USA, chiedendo di aiutarla a individuare i link per gestire le pratiche burocratiche in questo momento di difficoltà e sconvolgimento emotivo: comprensibile il suo sconforto, è vero che Tamara in quanto ex reporter di Associated Press, attualmente scrittrice, è abituata a tutto, ma un fenomeno atmosferico qual è Milton, valutato il più pericoloso degli ultimi cento anni, ha mietuto, in via provvisoria, già diciannove vittime e migliaia di sfollati; la loro casa è frutto dei sacrifici dell’intera esistenza; ripartire da zero – anticipando i costi senza sapere a quanto ammonterà il contributo ammesso poi a rimborso assicurativo – in un luogo senza radici, proprio come la quercia in giardino, non è una prospettiva semplice da affrontare.

Sarebbe bello se la Regione Campania, ed in particolare la città di Salerno, sostenessero questo loro figlio in difficoltà oltreoceano, affinché possa presto ricominciare le sue attività di assemblatore di moto, meccanico e soprattutto promotore dei vini italiani in USA.

Per eventuali donazioni spontanee da parte di chi legge l’indirizzo Paypal è: tamlush@hotmail.com

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