Giffoni 55 Diventare Umani Sognando Papa Leone

Di Barbara Kornfeld

Si preannuncia una delle edizioni più memorabili di sempre quella che comincia domani, giovedì 18 luglio 2025. È la numero 55 e il clima di festa ha già investito la piccola cittadina dei monti picentini: un luogo a misura d’uomo dove quest’anno Luca Apolito – direttore artistico del festival di Giffoni – propone il tema Becoming Human (diventare umani) è un’esigenza che sale dal profondo dei cuori di molti dei giffoners, ovvero i cinquemila giurati che fino al 26 luglio avranno l’opportunità di vivere una delle esperienze più significative, formative ed edificanti della propria formazione e crescita personale.

“È il festival più necessario” aveva sancito Francois Truffaut anni fa: lo è tutt’ora per le sue caratteristiche più uniche che rare. Anzitutto per la capacità del suo fondatore di rappresentare il ruolo duplice di porto sicuro, sebbene si sia fatto da parte a favore dei suoi giovani: il suo team è cresciuto all’interno del festival, ha fatto esperienza nel proprio territorio con brevi escursioni tematiche altrove ma non ha dovuto scegliere obbligatoriamente di dover lasciare la propria terra per poter lavorare. Claudio Gubitosi, il ragazzo che cinquantacinque anni fa radunò attorno a sé un gruppo di compagni volenterosi e inseguì tenacemente i suoi sogni, sa farsi da parte, ritagliandosi nuovi ruoli divulgativi e narrativi, lasciando spazio e inventiva ai suoi ragazzi.

Un centinaio le opere in concorso, valutate da giurati provenienti da trenta nazioni, di fascia d’età che varia da tre a diciotto anni. Il festival però è molto di più.

Per il secondo anno si rinnova il fortunato appuntamento con Giffoni Sport, fortemente voluto dal direttore generale Jacopo Gubitosi, che lo scorso anno ha coinvolto diecimila persone che hanno sperimentato attività sportive su un’area di mille metri quadrati, sotto la guida di maestri esperti e campioni sportivi. In conferenza stampa Jacopo ha precisato il forte valore che creano i legami che s’intrecciano a Giffoni: è vero. Molti piccoli produttori, giovani filmaker, dilettanti, studenti hanno in GFF l’opportunità di incontro, confronto e di poter dialogare con realtà imprenditoriali che difficilmente li prenderebbero in considerazione in contesti diversi.

Tra gli attesi ritorni Giffoni Music Concept, che vedrà ogni sera giurati e gente comune godersi i concerti all’aperto di big italiani ed artisti emergenti: a presentarli Elena Scisci.

In paese invece persiste lo Street Fest con iniziative che coinvolgono chiunque voglia partecipare: giochi di ogni tipo, iniziative estremamente inclusive, teatro. Allo stesso modo, nel Giardino degli aranci si è pensato di far leggere le favole ai sindaci e di proiettare film significativi di questo cinquantennio, ovviamente – per Giffoni – fruibili gratuitamente da chiunque. All’interno del Convento San Francesco, alcuni jurors della sezione Impact parteciperanno al Giffoni Food Show. Altri duecento giovani della sezione Impact – ovvero ragazzi dai 18 ai 30 anni – avranno l’opportunità di confrontarsi con personaggi di spicco della politica, della cultura, delle istituzioni, del mondo accademico, dello spettacolo, del cinema.

Chiaramente le anteprime di prestigio sono tante, sul sito del festival sono ampiamente svelate e ne scriverò di volta in volta, così come i talent attesi: personaggi da blue carpet degni di Cannes e Hollywood.

Tra i sogni dei giurati e del gruppo di lavoro del festival c’è l’auspicio che Papa Leone XIV possa essere un giorno presente. Il Papa mostra enorme tenerezza per l’infanzia e per i giovani: fin dall’inizio del suo pontificato, quando una bambina gli ha chiesto di autografare la sua Bibbia ed ammise di “doversi esercitare a firmare con il nuovo nome”, poi quando ha ricevuto un biscotto in regalo da una bambina in Piazza San Pietro, un abbraccio da un bambino che gli è corso incontro nella sala ducale del Palazzo Apostolico, quando ha ricevuto seicento ragazzi in Sala Nervi per il primo giorno dell’iniziativa “Quando l’altro è tutto-Estate Ragazzi in Vaticano” che ha ospitato nell’aula Paolo VI trecento bambini romani e trecento dieci ucraini per un’iniziativa molto inclusiva (tra gli altri anche il gruppo di Mons. Vincenzo De Luca, Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro).

Papa Leone XIV è promotore di ponti di pace, a Giffoni questi ponti vengono edificati da cinquantacinque anni, nel rispetto delle differenze, dell’inclusività: dunque il sogno formulato non è un’utopia è un seme di speranza che nell’anno del Giubileo abbiamo imparato essere segno di certezza.

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