Era la tarda serata di sabato 11 Marzo, quando il Presidente del Governo Giuseppe Conte, annunciava ulteriori misure restrittive alle attività economiche e produttive del paese al fine di contenere in maniera più aggressiva la crisi pandemica da Covid19. Il Governo, sceglie, di mantenere operative solo le attività strettamente necessarie a garantire i servizi essenziali – <<il motore dell’Italia rallenta, ma non si ferma>> – queste le parole del Premier – ma con il successivo Dpcm, emanato Domenica 22 Marzo, a fermarsi devono essere state le competenze di tutto lo staff del Premier, poiché nell’allegato al Decreto, tra le attività operative, classificate tra l’altro per codice Ateco, non compaiono le edicole, ovvero il “commercio al dettaglio di libri, riviste e giornali” mentre restano operative le agenzie di distribuzione alle stesse “commercio all’ingrosso di libri, riviste e giornali”. Fatta salva la possibilità per il Governo, di aver scoperto un metodo “innovativo” e tutto personale, nella consegna dei quotidiani ai cittadini italiani, questo pasticcio sembra proprio la conferma che qualcosa al suo interno non funzioni. La confusione fa ancora da padrone all’interno dell’esecutivo, confermando ancora una volta, tutti i suoi limiti. Dott. Lamberti Giuseppe