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On Barbara Kornfeld
Puntuale come ogni anno, For world runners, the beginning of November marks the return to the coveted New York marathon; this year - now in its fifty-third edition - was held in a multifaceted atmosphere, almost surreal: accanto alla consueta allegria dei partecipanti è stato impossibile ignorare la tensione suscitata dalle proteste inerenti la situazione a Gaza, in un contesto blindato a causa dell’imminente elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti d’America. Il fatto non ha influito sulla consueta affluenza che questa volta, ancora di più, ha registrato numeri record da tutti i continenti, Italia compresa, con un totale di cinquantaquattromila partecipanti – in rappresentanza di centosessanta Paesi – dei quali duemilacinquecento italiani.
È una gara ambita non solo per la location: quaranta due chilometri e centonovantacinque metri della “Grande Mela” partendo da Staten Island fino al Central Park, attraversando tutti i quartieri di New York (Brooklin, Queens, Bronks e Manhattan). Il vincitore si aggiudica cento mila dollari, al secondo vanno sessantamila dollari, al terzo quarantamila e al quarto venti cinque mila (al cambio in euro circa novantadue mila, cinquantacinque mila, trentasette mila, ventitré mila).
Per partecipare, se non si risiede negli Stati Uniti d’America, bisogna essere maggiorenni alla data di inizio della gara dell’anno di svolgimento; essere residenti in uno stato definito “di provenienza”, aver acquistato un pacchetto turistico “a durata definita a/r” (volo e hotel in cui soggiornare per il periodo di svolgimento della gara); aver versato almeno il 40% della quota di adesione – che per il 2024 è stata – pari a 594 euro per ottenere il pettorale; aver versato il saldo entro il primo novembre 2024.
La Regione Campania è stata rappresentata a livello personale da Alexandra Wancolle, atleta dilettante di Sala Consilina (on), mossa dalla voglia di superare i propri limiti e coronare il sogno di correre l’ambita maratona.
La giovane Alexandra Wancolle – che nella vita svolge la professione di estetista – ha partecipato dopo un anno di allenamento dilettantesco nel Vallo di Diano. Diverse le clip girate dalla ragazza durante l’evento, tutte hanno toni euforici: “Si respira un clima di festa! Un’energia pazzesca, una grandissima positività! Ho scelto NY perché è tra le sei maggiori maratone al mondo! Sento un mix di emozioni contrastanti…è un’opportunità che non ricapita: voglio godermi ogni momento”. Alla fine della gara ha tra l’altro dichiarato. “La maratona di NY è energia pazzesca…tanta voglia di vivere. È bellissimo vedere migliaia di persone, in diverse condizioni fisiche, venute da ogni parte del mondo solo per correre e questo mi ricorda in ogni istante che i limiti esistono soltanto nella nostra mente e superandoli si fanno cose che neanche si immaginano. Ed è ciò che è capitato a me: tre anni fa mai avrei immaginato di essere qui! …ho dovuto prepararmi al meglio, non solo fisicamente, ma anche mentalmente e allenare anche resilienza, focus e determinazione. È difficile parteciparvi e sostenere il sogno di tanti. Mi sento fortunata!”
La gioia di Alexandra è percepibile da foto, video e da come esibisce la medaglia di fine gara, quasi come se avesse conquistato il podio: e in un cero senso l’ha fatto; è il podio del miglioramento personale e del conseguimento dei suoi traguardi di self-emprovement, senza considerare che per la sua comunità è diventata motivo di vanto e orgoglio.
Il podio maschile se l’è aggiudicato il trentacinquenne Abdi Nageeye, somalo naturalizzato olandese, (in due ore, sette minuti e trentanove centesimi); il secondo e terzo posto ai keniani Evans Chebet (due ore, sette minuti e quarantacinque secondi) e Albert Korir (due ore e otto minuti). Nella categoria maschile ha gareggiato più di un campione olimpico: tra questi ha sfiorato il podio, arrivando quarto, l’etiope Tamirat Tola – favorito nei pronostici perché vincitore del 2023 – ha chiuso con due ore, sette minuti, dodici secondi.
Il podio femminile l’ha conquistato la trentatreenne keniana Sheila Chepkirui (due ore, ventiquattro minuti, trentacinque centesimi); seguita dalla campionessa in carica Hellen Obiri e Vivian Cheruiyot.
Sia per l’olandese Nageeye che per la Keniana Chepkirui è il primo successo di rilievo nelle rispettive carriere agonistiche.